Chi credeva che il peggio fosse ormai passato per Atene potrebbe essersi sbagliato: il principale indice impiegato per la previsione dell’andamento del PIL è letteralmente sotto terra
Leggendo questo blog con una certa periodicità, sarete senza dubbio a conoscenza dell’esistenza dell’indice PMI stilato ogni mese dall’agenzia Markit.
L’indice PMI (che può riferirsi al settore manifatturiero o a quello dei servizi, o ad entrambi se chiamato “composito”) assume un valore sempre compreso tra 0 e 100. Ogni lettura superiore ai 50 punti indica un’espansione dell’economia, mentre, al di sotto di tale soglia, si può parlare di contrazione economica. Questo indice è ben noto per la sua capacità di anticipare i dati sul PIL nel breve periodo (di norma tra PMI e PIL c’è una differenza di uno o due trimestri) con una buona precisione.
Abbiamo detto che l’indice è compreso tra 0 e 100 punti, questo è vero ma raramente vedrete valori dell’indice vicini a questi estremi. Normalmente (nel 99,99% dei casi) l’indice oscilla tra i 40 punti (forte recessione) ed i 60 punti (forte crescita).
Lo ripetiamo: un PMI a 40 punti indica una forte recessione in arrivo.
Spiegateci che cosa succede, invece, quando il PMI scende di ben 10 punti al di sotto di tale soglia (già drammatica):
(Markit)
Lo avrete capito, qui si parla della Grecia.
Questo 30,2 (ci fa strano solo scriverlo) è relativo al mese di luglio. Riassumiamo in tre punti da dove arriva questo crollo dell’indice PMI:
1) Calo record della produzione industriale
2) Crollo degli ordinativi industriali
3) La storiella “euro sì/euro no” ha paralizzato il settore manifatturiero per tutto il mese
Ora, può essere che questo tonfo dell’indice sia frutto di un errore statistico clamoroso, ciò che serve capire è che, quando si analizza il PMI, bisogna guardare due cose:
a) Valore dell’indicatore
b) Numero di mesi consecutivi in area negativa/positiva
Se l’indice PMI dovesse riavvicinarsi alla soglia dei 50 punti già nella lettura di agosto, infatti, lo scenario economico greco diventerebbe meno drammatico. Sarebbe pur sempre difficile – questo è chiaro – ma si eviterebbe il caso estremo che temiamo in questo momento.
Se invece si dovesse restare tra i 30 ed i 40 punti anche per agosto, allora potremmo tranquillamente dire che tanti greci rimpiangerebbero i bei tempi della crisi del 2008 e di quella dello spread, e questo è davvero incredibile.
PS: Vogliamo fare un confronto con l’Italia, paese notoriamente in fase di boom economico mentre vi parliamo ?
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