Conteggiando il numero di misure protezioniste in vigore paese per paese, arriviamo ad un risultato sorprendente per quanto riguarda la nazione più protezionista del pianeta
Consultando i dati diffusi da Credit Suisse, siamo stupiti nel vedere come gli Stati Uniti siano il paese che possa vantare il maggior numero di misure protezionistiche in vigore:
Dopo gli Stati Uniti, abbiamo i paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), ma questo dato non ci stupisce.
Ciò che ci stupisce è vedere la differenza tra gli USA e l’Europa. Il Vecchio Contintente, fra l’altro, sembra imporre molto raramente dazi di importazione e di esportazione, concentrando la stragrande maggioranza dell’azione protezionistica su generice “misure di difesa del commercio” (sintetizzando, non si interviene sul prezzo di un bene ma sulla sua quantità di vendita).
Andando ad analizzare ciò che accade negli Stati Uniti, vediamo invece un atteggiamento decisamente interventista dello Stato nell’economia tramite finanziamento e salvataggio pubblico di aziende statunitensi in difficoltà. Addirittura, nei casi peggiori, è lo Stato che diventa proprietario di un’azienda con problemi finanziari.
Ci dispiace vedere come Credit Suisse banalizzi eccessivamente gli interventi dei singoli Stati americani, sarebbe più interessante capire la natura di queste misure piuttosto che conoscerne l’origine. Infine, anche gli USA si danno da fare in tema di misure di difesa del commercio (da non confondere, come detto, con i dazi).
Lascia un commento per primo