Eravamo scettici all’inizio, ma ora i dati parlano chiaro: dopo oltre un anno di ostinazione, il gioco al ribasso sul prezzo del petrolio ha riportato i paesi dell’OPEC ad assumere un ruolo centrale sul mercato internazionale
Nonostante lo scetticismo di molti (noi compresi), la vittoria dell’OPEC sul settore dello shale statunitense è davvero evidente:
Se volete una chiave di lettura per il grafico precedente, vi basti questa immagine:
Come un cowboy, l’OPEC è riuscito a prendere la propria preda (il settore dello shale statunitense) con un lazo (calo del prezzo del petrolio).
Considerando gli ordinativi per il 2016, la vera prova della vittoria (almeno momentanea) dell’OPEC è data dal grafico successivo:
Nel 2016 si calcola che la quota di mercato dell’OPEC sarà pari a quella “di partenza”, ovvero di quando i prezzi del greggio viaggiavano ben al di sopra dei 100$ al barile.
Nella nostra economia di mercato non si può mai scrivere la parola “fine” chiaramente, ma ci pare chiaro che, se lo scopo dell’OPEC era quello di mettere in ginocchio lo shale americano (escludendo teorie mega-complottistiche del tipo: “Obama vuole colpire Putin e blablabla”), possiamo dire “missione compiuta”.
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