Dopo la “mirabolante” scoperta dell’FMI sull’insostenibilità del debito pubblico di Atene, vi presentiamo oggi una rapidissima dimostrazione di quanto era noto a tutti da anni (tranne a chi dovrebbe prendere decisioni in materia)
Nel caso vi siate persi la puntata precedente, sappiate che l’FMI si è svegliato dal letargo al grido di “Ohibò, mi sa che la Grecia non ce la fa mica a ripagare il debito pubblico”, come già spiegato qui.
Ora, noi non lavoriamo per l’FMI, non abbiamo tutti i dati economici di cui dispone l’FMI, non abbiamo un potere politico nemmeno paragonabile a quello dell’FMI, non abbiamo a disposizione un esercito di economisti capaci di analizzare qualsivoglia situazione economica (ma, forse, questo non ce l’ha nemmeno l’FMI). Tuttavia, due conti li sappiamo fare, e questo ci basterà a dimostrare l’insostenibilità del debito pubblico di Atene.
Partiamo dalle scadenze sul debito greco:
Nel 2016, ad esempio, la Grecia deve trovare 18 miliardi di euro da ripagare. Considerando che il PIL greco si aggira attorno ai 230 miliardi di euro, il paese spenderà una cifra pari al 7,8% del suo prodotto interno lordo per non defaultare.
L’ultimo dato sul PIL greco dice che questo è in calo dell’1,2% su base annua. Il debito pubblico greco, invece, non riesce a scendere al di sotto dei 320 miliardi di euro.
Siamo ottimisti, assumiamo che il debito pubblico greco non cresca e che rimanga a 320 miliardi nei prossimi anni.
Siamo un po’ più realisti, ed assumiamo che il PIL di Atene continui a scendere più o meno ai ritmi attuali per altri 4 anni. Questa ipotesi si basa sulla gigantesca quantità di denaro (rapportata al PIL) che la Grecia deve impiegare solo per non fallire.
Dato che oggi il rapporto tra debito pubblico e PIL è al 180%, cosa succederebbe tenendo fisso il numeratore e riducendo il denominatore ? Ovviamente il valore del rapporto crescerebbe. Potremmo fermarci qui.
Ma beviamoci qualcosa di potente e teniamo il PIL greco fermo per i prossimi anni. Vediamo quale quota del prodotto interno lordo la Grecia dovrebbe dedicare al pagamento dei propri creditori:
2017: 14 miliardi di euro (6% del PIL)
2018: 8 miliardi di euro (3,5% del PIL)
2019: 12 miliardi di euro (5,2% del PIL)
Considerando che Bruxelles chiede ad Atene un avanzo pubblico di bilancio (risate da sitcom americana), ci chiediamo da dove dovrebbero saltare fuori questi soldi per i creditori dello Stato greco. Scartiamo dunque l’opzione di creare nuovo debito, alla Troika non piace.
E se non si crea debito cosa si fa ? Si taglia la spesa pubblica.
Dirà qualcuno: “Ma la spesa pubblica non era una componente del PIL ?”
Diremo noi: “Sì, lo era e lo è ancora”
Dirà qualcuno: “Ma allora il PIL greco scenderà ancora ?”
Diremo noi: “Sì, ci stiamo avvicinando al problema”
Dirà qualcuno: “Ma quindi il rapporto tra il denaro che Atene dovrà tirar fuori per i creditori ed il PIL è destinato a crescere ?”
Diremo noi: “Bingo”
Dirà qualcuno: “E questo non avrà un effetto ulteriormente negativo sul PIL ?”
Diremo noi: “Complimenti, ora potete mandare il vostro CV all’FMI”
PS: pare che un gruppo di archeologi abbia trovato proprio ieri il luogo dove Aristotele è sepolto; pare anche che la scoperta sia avvenuta in seguito al rumore prodotto dal continuo rivoltarsi dello scheletro del filosofo
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