Mentre accettiamo l’idea che il mondo della finanza sia spesso distante dall’economia “reale”, bisogna ammettere che l’andamento di Wall Street non pare essere così “strampalato” rispetto al ciclo economico
Scrivendo su questo blog da tempo e parlando con molti lettori, possiamo dire che è probabile che chiunque sappia che il settore principale di un’economia moderna ritenuta “sviluppata” (quello, cioè, che possiamo vedere come il “motore” dell’economia) sia il settore terziario.
Questo vale anche per “la più sviluppata delle economie sviluppate”, gli Stati Uniti:
(Doug Short)
Ora, guardando questo grafico ci viene da dire che, in fondo, il mondo della finanza non è poi così sconnesso da quello “reale”, ma non possiamo fermarci alle apparenze.
La relazione, infatti, non è così perfetta; occorre usare un occhio più critico quando analizziamo la correlazione temporale tra due variabili. Sì, Wall Street segue il ciclo economico, e questo grafico ne è la prova. Ma nel ciclo economico troviamo anche bolle speculative (si veda la bolla dot-com, ad esempio), e che cos’è una bolla speculativa se non una divergenza cumulativa e prolungata tra realtà ed illusione finanziaria ?
Le bolle speculative sono subdole, quante aziende “tech” alla fine degli anni Novanta hanno deciso di incrementare le proprie assunzioni basandosi sulla crescita esponenziale della propria capitalizzazione in Borsa ?
Ecco, dunque, che questa correlazione ci pare improvvisamente più complessa. Il grafico precedente riesce nell’ardua impresa di dimostrare allo stesso tempo una cosa ed il suo contrario: la finanza non è così sconnessa dall’economia reale, ma, allo stesso tempo, lo è (eccome se lo è).
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