Qualunque cosa abbiano fatto, non si può giustificare il trattamento che le guardie carcerarie riservano ai detenuti di Guantanamo, cronaca dal (presunto) paese più civile del Mondo
Sono tante le informazioni trapelate negli anni sul modo in cui i prigionieri di Guantanamo (la maggior parte costituita da terroristi o presunti tali) vengono trattati. Ora però stiamo davvero toccando il fondo, chi gestisce Guantanamo si sente ormai intoccabile, a tal punto da ammettere serenamente in pubblico di trattare in modo disumano i prigionieri.
A cosa ci riferiamo ? Pare, per stessa ammissione delle autorità di Guantanamo, che, ai prigionieri che si rifiutino di mangiare, siano somministrati vari alimenti in modo forzoso. Come ? Con tubi di ogni genere, spinti nelle cavità nasali o nella bocca fin giù alla bocca dello stomaco.
La American Medical Association si dice scandalizzata e preoccupata dalla notizia; ad aggravare questa situazione è che a svolgere l’operazione (potenzialmente molto pericolosa per la salute) siano dei veri medici, non dei normali secondini.
A Guantanamo, da quando Obama si è insediato alla Casa Bianca, il numero di detenuti è stato ridotto notevolmente, fino ad arrivare all’odierno numero di 166 incarcerati.
Ed è preoccupante pensare che ben 100 di questi sarebbero in sciopero della fame, sciopero a cui le autorità di Guantanamo rispondono con questi barbari metodi di nutrizione forzata.
Ma perchè Guantanamo è ancora aperta ? Semplice, nonostante Obama avesse dichiarato, in uno dei suoi primi discorsi da Presidente:
“Guantanamo è contraria a chi siamo, è contraria ai nostri interessi, e va chiusa”
il Congresso ha reso vani la maggior parte degli sforzi della Casa Bianca per chiudere il carcere.
Certo, non si chiede che Guantanamo diventi un carcere in stile “Nord Europa”, dove le prigioni sembrano più hotel che luoghi di restrizione, ma è un dovere degli Stati Uniti eliminare questo grosso “buco di ipocrisia” presente nel sistema di un Paese che si vanta di essere tra i più liberi e civili del Mondo.
Lascia un commento per primo