Dal 1° Luglio la Croazia farà parte dell’Unione Europea, ma dovrà aspettare almeno 2 anni per adottare l’Euro, c’è da augurarsi per i Croati che questo non avvenga, visto i paurosi dati macroeconomici che ci giungono da Zagabria
Tra due settimane anche la Croazia entrerà a far parte dell’UE, ma c’è poco da festeggiare. Mentre un tempo entrare nella comunità Europea era ritenuto un grande obiettivo motivo di vanto con il resto del Mondo, in questi ultimi anni abbiamo assistito ad una pessima caduta di stile degli eurocrati, che si sono dimostrati assolutamente incapaci di gestire la prima vera crisi comunitaria dalla nascita dell’UE.
Entrare nell’Unione Europea consentirà ai cittadini Croati una maggior facilità di commercio con i Paesi già facenti parte dell’UE, e renderà anche molto più semplici i passaggi di frontiera. C’è però da augurarsi che Zagabria decida di limitarsi a questo, perchè se qualche politico Croato perdesse completamente il senno, il Paese entrerebbe e uscirebbe dall’Euro alla velocità della luce, un po’ come se fosse una porta scorrevole di un hotel di lusso. Perchè diciamo questo ? Perchè possiamo parlare con il senno di poi:
1) La Kuna Croata (ovvero la valuta della Croazia) è una moneta molto più debole dell’Euro, cosa che ha da sempre favorito le esportazioni e, in tempi più recenti, il boom del settore turistico (visto anche il gran numero di Isole e il lungo tratto costiero).
2) Il tasso di disoccupazione si attesta al 20,9% (olè !), e qui non servono commenti.
3) Il rapporto debito/PIL è 53,6% (e qui ci siamo, i parametri di Maastricht prevedono un massimo del 60%)
4) Il deficit è pari al 4,6% (come noto, non bisognerebbe superare il 3% per Bruxelles, pena l’apertura di una procedura di rientro del deficit con tanto di governi tecnici e altre robe già viste da noi, grandi precursori in materia di burattinaggio europeo)
5) Il tasso di inflazione è pari al 3,3% (troppo alto secondo gli obiettivi di medio-lungo periodo posti dalla BCE, che parla di un 2% medio nell’eurozona)
6) La bilancia commerciale è negativa, ma in miglioramento negli ultimi anni (quindi, nonostante sia un Paese che punti molto sull’export grazie alla sua moneta debole, si trova già in difficoltà).
7) I tassi sui bond a 10 anni sono pari a 4,9% (quindi più alti di quelli Italiani e Spagnoli)
Ora facciamo un piccolo esercizio mentale, e immaginiamo che, nel 2015, la Croazia voglia entrare nell’Euro con dati macroeconomici simili a quelli citati.
Con un tasso di disoccupazione stratosferico e un tasso di inflazione da ridurre, cosa pensate che possa succedere ? Probabilmente si cercherebbe di spingere giù il deficit di bilancio con specifici ordini di austerity da Bruxelles, il che causerebbe un’ulteriore impennata dell’inflazione, che avrebbe effetti disinflazionistici (ma forse nel 2015 saremo già in fase deflazionistica in Italia, quindi di che vogliamo lamentarci ?). Crollerebbero i consumi, e intanto anche la bilancia commerciale risentirebbe dell’introduzione dell’euro, sprofondando in territorio super-negativo. Cosa succederebbe quindi al PIL ? Già immagino i titoli di giornali come Il Sole 24 Ore:
“Croazia: nel 2016 PIL -5%, ma dal 2017 si riparte con un -4,9%”
Molti turisti (specialmente Italiani) hanno approfittato negli ultimi anni dei prezzi molto convenienti delle vacanze in Croazia. Ora, non vorrei scatenare ondate di panico, ma nel 2008 si fecero tante ricerche macroeconomiche su Cipro (paese che era appena entrato nell’Euro) e, tra i tanti numeri interessanti che si scoprirono, ci fu la crescente propensione dei cittadini Greci a passare le proprie vacanze proprio a Cipro, visti i prezzi convenienti.
Certo, quello che è successo a Cipro viene dal sistema bancario, ma dobbiamo ammettere che il precedente non è dei migliori.
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