Si è tenuta oggi l’asta dei BTP a 5 e 10 anni, i rendimenti sono in crescita dopo che lo spread ha toccato quota 300 a inizio settimana, dobbiamo preoccuparci ?
Il BTP a 5 anni è passato dal precedente 3,01% all’attuale 3,47%, quello a 10 anni ha seguito un andamento analogo passando dall’ultimo 4,14% a 4,55%.
Il bid-to-cover rimane buono (abbiamo costanti eccessi di domanda), per il titolo a 5 anni è stato 1,3 (in calo rispetto all’ultimo 1,4 del mese scorso), per quello a 10 anni è stato pari a 1,46 (in aumento dal precedente 1,38).
La domanda fontamentale che dobbiamo porci è: dobbiamo preoccuparci ?
Insomma, mentre il mese scorso potevamo dire con una certa sicurezza che il rialzo dei tassi fosse una correzione tecnica, quello che sta succedendo oggi ci rassicura un po’ meno.
Abbiamo due forze che si contrastano sui mercati:
1) Chi crede che i tassi attuali dei nostri Titoli di Stato siano troppo bassi
2) Chi li giudicia invece ancora appetibili
Non c’è una visione giusta o sbagliata, chi fa parte del primo gruppo sostiene che la nostra economia reale stia andando a rotoli e che quindi i tassi cresceranno quando i nodi verranno al pettine, chi si colloca invece nella seconda categoria crede al mito della BCE e del suo “pilota automatico”: l’economia reale va a rotoli, ma la BCE dovrebbe garantire comunque la solvibilità dello Stato Italiano in ogni caso.
Può essere interessante confrontare lo spread Italia-Spagna, che negli ultimi giorni si è assottigliato parecchio, fino ad arrivare, mentre vi scrivo, a solo una decina di punti base.
Era successa la stessa identica cosa a Marzo (in quel momento eravamo arrivati a 7 punti base), per questo molti parlano di una semplice correzione ciclico-tecnica. Quello che accadrà nella prossima asta sarà decisivo, auguriamoci che, nel frattempo, il nostro spread torni a scendere più velocemente di quello Spagnolo.
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