Mentre l’attenzione dei media ha lasciato Cipro ormai da tempo, è giusto ricordare, a distanza di mesi dallo shock finanziario che ha colpito il Paese, come le prospettive per il futuro di Nicosia siano desolanti
Ci basteranno tre grafiche per mostrarvi lo Stato dell’economia Cipriota. Per coloro i quali hanno cominciato a seguirci solo di recente, qui troverete una serie di articoli che abbiamo dedicato al tema mesi fa.
Partiamo dal settore bancario, ricorderete tutti le fotografie che ritraevano le lunghe code di persone davanti agli sportelli delle banche del Paese, ma ricorderete anche che il Governo aveva imposto un limite alla prelevazione del contante, in modo da evitare il panico (o, meglio, in modo da poter derubare i poveri cittadini che avevano un conto corrente alla Laiki Bank o alla Bank of Cyprus). Detto questo, potremmo pensare che, allora, l’impatto della crisi sui conti bancari sia stato minimo, e invece non è così:
I depositi sono crollati comunque in maniera verticale, e questo perchè i Russi avevano già cominciato a chiudere i propri conti correnti prima dello scoppio della crisi a Cipro.
Intanto anche la disoccupazione ha cominciato a correre:
Dalla fine del 2008 all’inizio del 2012 la disoccupazione è passata dal 3,5% a quasi il 10%, ma cos’è successo invece nella prima parte del 2013 ? Tenetevi forte, oggi il tasso di disoccupazione è arrivato al 16,3%, un disastro esploso nel giro di 5 anni.
Infine, la ciliegina sulla torta: l’esplosione del debito pubblico e il crollo del PIL:
Una grande immagine dell’Europa e della Troika, come trasformare una piccola realtà che funzionava alla grande in un Paese di morti viventi.
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