In un grafico, ecco le cause della crisi nell’Eurozona

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Oggi non andiamo ad indagare tra gli ingranaggi dell’alta finanza o nelle cause monetarie che stanno dietro alla crisi dell’Euro, diamo un’occhiata soltanto all’economia reale

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Prendiamo la produzione industriale delle prime tre economie più importanti dell’Eurozona: Germania, Francia e Italia:

http://research.stlouisfed.org/fred2/graph/fredgraph.png?&id=ITAPROINDAISMEI,DEUPROINDMISMEI,FRAPROINDMISMEI&scale=Left,Left,Left&range=Max,Max,Max&cosd=1955-01-01,1958-01-01,1956-01-01&coed=2012-01-01,2013-04-01,2013-04-01&line_color=%230000ff,%23ff0000,%23006600&link_values=false,false,false&line_style=Solid,Solid,Solid&mark_type=NONE,NONE,NONE&mw=4,4,4&lw=1,1,1&ost=-99999,-99999,-99999&oet=99999,99999,99999&mma=0,0,0&fml=a,a,a&fq=Annual,Annual,Annual&fam=avg,avg,avg&fgst=lin,lin,lin&transformation=lin,lin,lin&vintage_date=2013-08-03,2013-08-03,2013-08-03&revision_date=2013-08-03,2013-08-03,2013-08-03

Siamo qui di fronte ad un’economia palesemente troppo forte rispetto alle altre (davvero impressionante la differenza tra la Germania e i comuni mortali in questo grafico), notate che, mentre per Francia e Italia la produzione industriale farà molta fatica a tornare al livello pre-crisi (qui si parla di anni, senza ombra di dubbio), la Germania è tornata addirittura a livelli superiori a quelli del 2008.

Se guardassimo poi il numero degli occupati nei tre paesi capiremmo esattamente cosa sta succedendo: il mercato del lavoro in Germania funziona meglio che negli altri Paesi, e questo per due ragioni fondamentali:

- ragioni politiche (il modello Tedesco continua ad essere, seppur imperfetto, il migliore in Europa)

- ragioni economiche (l’export ha sempre sostenuto il gioco della domanda e dell’offerta per la Germania, una cosa che sta cominciando ad accadere anche per noi, in ritardo come sempre)

Notate infine che la produzione industriale in ribasso sia, al contempo, una causa ed una conseguenza di una crisi economica che assume sempre di più le sembianze della famosa spirale recessiva di cui economisti come Paul Krugman parlano da tempo.

 

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