Il crollo della Borsa in Indonesia contagia anche l’Occidente

indonesia rupia

La crisi in Asia si espande a macchia d’olio: Cina, India e ora l’Indonesia mostrano un clima di generale sfiducia che non si vedeva da tempo in Oriente

indonesia rupia

Forse per trovare un caso simile dovremmo tornare negli anni 90, quando la crisi Giapponese e Indonesiana aveva scatenato una recessione generale nell’intero continente Asiatico: per due giorni di fila la Borsa Indonesiana è crollata del 5% scatenando il panico anche in Occidente.

Quello che è successo in Indonesia è molto semplice, vi riportiamo testualmente di due analisti di Morgan Stanley:

“Siamo piuttosto pessimisti sulla Rupia Indonesiana da un po’ di tempo, questo a causa del deterioramento della bilancia di conto corrente, della sua esposizione alla crisi in Cina e della relativa vulnerabilità a shock esterni, dato l’alto tasso di partecipazione straniera nei mercati Indonesiani. Gli ultimi dati hanno solo confermato il nostro atteggiamento pessimista sulla valuta nazionale, mostrando che le variabili macroeconomiche del Paese si sono deteriorate più di quanto avevamo previsto. Il deficit di conto corrente del secondo trimestre 2013 è stato pari ad un sorprendente -4,4% del PIL contro un -2,6% relativo al primo trimestre e in questo momento si aggira intorno a livelli visti soltanto durante la Crisi Finanziaria Asiatica [quella degli anni Novanta, NdT]. Allo stesso tempo, il sentiment degli investitori stranieri è peggiorato, portando tutti gli investitori a vendere azioni Indonesiane e titoli di Stato, destabilizzando la Rupia ulteriormente”

Nel caso non abbiate compreso la gravità della situazione, ecco un grafico che si commenta da solo:
Screen Shot 2013 08 20 at 4.37.30 AM
A confermare il fatto che una situazione così brutta non si sia mai vista nemmeno nel 2008 possiamo vedere i dati sul conto corrente Indonesiano:
indonesia current account
Siamo tornati al 1996, un anno orribile per il Paese Asiatico.
La crisi si sta lentamente spostando dall’Europa all’Asia, peccato che il crollo dell’Asia potrebbe benissimo trascinare dietro di sé anche l’Occidente.

Altri articoli

Lascia un commento per primo

Leave a comment

Your email address will not be published.

*