Come si traduce un default sull’economia reale ? A fare i calcoli ci pensa Goldman Sachs, ecco perchè la classe politica Americana rischia di creare un disastro senza precedenti per l’economia mondiale
Come l’Economist ha perfettamente sintetizzato:
Quando due persone litigano sull’orlo di un burrone, la grande domanda non è “Chi ha ragione ?”, ma “Che cosa diavolo stai facendo sull’orlo di un burrone ?!”
Non si placano le tensioni sul tetto del debito Americano, la questione è, riducendo tutto ai minimi termini, piuttosto semplice: il Congresso non trova l’accordo a causa della forte opposizione dei Repubblicani (gli stessi fenomeni dello shutdown), e, per adesso, Barack Obama non è ancora intervenuto nel dibattito.
La data ultima per innalzare il tetto del debito è il 17 Ottobre, se la politica non troverà un accordo allora dal 18 Ottobre potremo parlare – incredibile ma vero – di default Americano.
L’impressione è che Obama stia semplicemente prendendo tempo, in quanto sa benissimo che i Repubblicani non vorranno mai essere accusati di aver causato il default dell’intero Paese. Probabilmente questa settimana si troverà l’accordo con o senza l’intervento diretto del Presidente Americano.
Intanto Goldman Sachs avverte: il PIL rischia di scendere del 9% in caso di fallimento delle trattative. Vi riportiamo il passaggio fondamentale fatto da due economisti della banca d’affari:
“Un eventuale fallimento nel tentativo di innalzare il tetto del debito porterebbe ad una forte riduzione della spesa pubblica e potrebbe convertirsi in una rapida recessione nel breve periodo. Nel caso il tetto del debito venisse alzato pochi giorni dopo la sua scadenza alcune obbligazioni verrebbero rimborsate in ritardo, e questo causerebbe instabilità nei mercati finanziari. Come detto in altri documenti, l’instabilità potrebbe pesare sulla crescita.
Ma un lungo ritardo nell’innalzamento del debito – per esempio, qualche settimana – causerebbe un “Government Shutdown” molto più grave di quello visto l’1 Ottobre. Nell’attuale shutdown, il Governo ha a disposizione una vasta somma di denaro cash per pagare le attività governative, ma l’amministrazione ha perso la sua autorità nel portare a termine operazioni “non essenziali” che compongono circa il 15% del budget federale. Paradossalmente, se il tetto del debito non venisse alzato entro la fine di Ottobre l’amministrazione avrebbe ancora il potere di portare a termine la maggior parte dei suoi pagamenti previsti, ma non avrebbe abbastanza denaro cash per farlo.
Utilizzando i nostri modelli di flusso di cassa come guida, stimiamo che le entrate che il Tesoro avrebbe questo mese fino al 17 Ottobre sarebbero pari solo al 65% delle spese nazionali, e questo causerebbe una crisi nettamente maggiore di quella che sta causando l’attuale shutdown. In sostanza, un ritardo prolungato costringerebbe il Tesoro ad eliminare rapidamente il deficit per stare al di sotto del debt ceiling.
Riteniamo che la recessione minima che avremmo per rimanere sotto al tetto del debito per un mese sarebbe in questo caso pari a -1,7% del PIL (su base annua). Tuttavia, se il Tesoro decidesse di mettere da parte i pagamenti degli interessi e altri pagamenti arretrati, abbiamo stimato che la recessione sarebbe pari a -4,2% del PIL.
In entrambi i casi, l’effetto sui tassi di crescita trimestrali potrebbero essere ancora maggiori.
Stimiamo poi che il PIL potrebbe ridursi fino al 9% in caso di vero e proprio default.”
Questi calcoli sono difficili da fare perchè bisogna capire:
1) Per quanto tempo il tetto del debito non verrebbe ritoccato al rialzo ?
2) Quali sarebbero le scelte di spesa del Governo in caso di mancato aumento del debt ceiling ?
Non abbiamo modo di rispondere a nessuno dei due interrogativi, ma il comunicato di Goldman Sachs è piuttosto lugubre come avete potuto vedere.
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