Italia: ecco come crolla il nostro potere d’acquisto

barroso van rompuy

Aumento della pressione fiscale e riduzione del deficit di bilancio: l’Euro, l’Europa e gli Europeisti stanno torturando la nostra ricchezza, vediamo un ottimo articolo tratto da Milano Finanza sulla questione

barroso van rompuy

Scende il rapporto deficit/pil, ma con la pressione fiscale in netto aumento crolla il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Così si possono sintetizzare i dati pubblicati stamani dall’Istat che fotografano nel primo semestre di quest’anno un deficit/pil al 4,1%, in diminuzione dello 0,3% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Nel solo secondo trimestre l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al pil è stato pari all’1%, inferiore dell’1,2% rispetto a quello misurato nel corrispondente trimestre del 2012, e il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato positivo, con un’incidenza sul pil del 4,7%, superiore dello 0,9% rispetto a quella del secondo trimestre del 2012. Anche il saldo corrente è stato positivo con un’incidenza sul pil dello 0,4% (0,2% nel secondo trimestre del 2012).

E’ però boom della pressione fiscale, salita nel secondo trimestre al 43,8%, l’1,3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel dettaglio, le entrate totali sono cresciute, in termini tendenziali, del 2,9% e la loro incidenza sul pil è stata del 48,3% (46,3% nel corrispondente trimestre del 2012). Nei primi due trimestri le entrate totali sono aumentate dell’1,5% in termini tendenziali, con un’incidenza sul pil del 45,5% (44,2% nel corrispondente periodo del 2012).

“L’Istat certifica una pressione fiscale abnorme e il Pd si accanisce contro l’abolizione di una tassa odiosa come quella sulla casa, intestardendosi nel voler mettere definitivamente in ginocchio un ceto medio già in gravi difficoltà”, ha commentato a caldo Deborah Bergamini (Pdl).

A causa di una pressione fiscale così elevata continua a scendere il potere d’acquisto delle famiglie italiane. Nei primi sei mesi dell’anno ha registrato una flessione dell’1,7%. Tenuto conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel solo secondo trimestre si è ridotto dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% nei confronti del secondo trimestre del 2012.

E se la propensione al risparmio delle famiglie si è attestata al 9,4%, in diminuzione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente ma in aumento dell’1,7%rispetto al corrispondente periodo del 2012, la spesa delle famiglie è diminuita dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% rispetto al corrispondente periodo del 2012 con un tasso di investimento al 6,3%, invariato rispetto al primo trimestre ma in diminuzione dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2012.

Per effetto del crollo del potere di acquisto il 57% degli italiani è stato costretto per risparmiare a scegliere prodotti più economici nel largo consumo. Sei italiani su dieci, ad esempio, hanno tagliato le spese per l’alimentazione che ha raggiunto il livello più basso degli ultimi venti anni. A preoccupare la Coldiretti è l’effetto recessivo che il calo del potere di acquisto sta provocando sull’intera economia che rischia, tra l’altro, di essere alimentato dal recente aumento dell’aliquota Iva.

 

Articolo tratto da Milano Finanza

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