Visto lo scarso coraggio di chi ci governa da anni, ci tocca aspettare il momento in cui i Francesi andranno a Bruxelles a battere i pugni sul tavolo per sperare in una ripresa, ma Hollande non è l’uomo giusto
Parigi, primavera 2017: questa è la data e la località geografica da dove potrà partire il cambiamento all’interno dell’Eurozona.
Ci riferiamo alle prossime elezioni presidenziali Francesi, quando i cittadini della seconda economia dell’Eurozona saranno chiamati a sostituire quella tristezza di Presidente della Repubblica che si sta rivelando essere François Hollande.
Vi diamo qualche numero sull’economia Francese:
- il PIL ha cominciato a crescere a tassi non troppo diversi da quelli dei PIIGS negli ultimi tempi
- il numero degli occupati non cresce
- la disoccupazione a lungo termine continua la sua corsa:
- il tasso di disoccupazione generale è ai massimi storici (qui si è vista una cosa strana però, il tasso di disoccupazione Francese è sempre stato superiore alla media dell’Eurozona, ultimamente questa tendenza si è invertita):
- il tasso di disoccupazione giovanile fatica a scendere sotto al 26%
- come i PIIGS, la Francia sente puzza di deflazione:
- la bilancia commerciale è nettamente negativa (ma questo accadeva anche prima della crisi)
- ed ecco gli errori di Hollande: la spesa pubblica cresce a livelli insostenibili e si traduce in una crescita del debito pubblico:
- aumentano pesantamente le tasse sulle imprese e sulle famiglie:
- il tutto si traduce, come naturale, in un crollo della fiducia dei consumatori:
Ora, mettiamo bene in chiaro che la Francia non è un PIIGS (lo ha ben spiegato il premio Nobel Paul Krugman in un articolo che abbiamo tradotto qui), ma la sua situazione economica (già in detorioramento negli ultimi anni di Presidenza Sarkozy) è in forte peggioramento.
La risposta di Hollande ? Più spesa pubblica e più tasse ovviamente.
La ricetta Hollande non sta funzionando, e i Francesi sembrano averlo capito a giudicare dai sondaggi sul Presidente della Repubblica e sul Presidente del Consiglio:
Il problema è che qualcuno comincia a riportare la notizia secondo cui il Front National di Marine Le Pen sarebbe il primo partito in Francia.
Effettivamente i vari turni di elezioni amministrative successivi all’elezione di Hollande nel 2012 stanno dimostrando che la popolarità del FN sta crescendo.
I sondaggi ci fanno intuire che nel 2017 lo scontro sarà tra UMP (il centro-destra Francese) e FN (l’ala più estrema dei conservatori):
Per quanto Marine Le Pen e i suoi sostenitori abbiano tante idee molto discutibili (per usare un eufemismo) su vari temi sociali quali ad esempio l’immigrazione, c’è da dire che il modo in cui FN tratta l’Euro è l’unica possibile via di uscita seria dalla crisi in cui anche Parigi è piombata: o l’Euro cambia, o la Francia saluta e se ne va.
Chiudiamo dicendo che in Francia (come in Italia) le elezioni saranno vinte da chi attaccherà di più l’Eurocrazia, noi possiamo solo augurarci che non si arrivi al punto in cui gli estremisti avranno la maggioranza parlamentare in tutta Europa, sarebbe un brusco ed indesiderato ritorno agli anni Trenta (e sappiamo tutti come è andata a finire poi, no ?).
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