Come preannunciato, Pechino ha messo in campo l’arma (disperata) della svalutazione per ritrovare competitività rispetto ai Paesi confinanti
Si parte: come avevamo ipotizzato poco tempo fa in questo post, la Cina ha deciso di usare il bazooka della svalutazione competitiva dello Yuan per recuperare una parte di quella competitività che ha perso nel 2013 rispetto ad altri mercati emergenti.
Ricordiamo, per chi non ci avesse seguito negli ultimi tempi, che Pechino ha un problema di competitività che ha cause “reali” e monetarie.
Innanzitutto, come in ogni economia in forte crescita, gli stipendi cinesi sono in netto rialzo rispetto a quello di altri mercati emergenti:
Inoltre lo Yuan non ha subito il deprezzamento di tante altre valute emergenti:
Ebbene, poco dopo aver ipotizzato la possibilità di una svalutazione dello Yuan abbiamo notato il seguente grafico:
Adesso, però, la situazione si è evoluta e la svalutazione ha preso piede con maggiore forza:
Ma passiamo ai numeri, se vi dicessimo che l’altro giorno lo Yuan è stato svalutato dello 0,9% rispetto al Dollaro USA, forse pensereste che il nostro sia solo allarmismo ingiustificato.
Se però vi facessimo notare che quel -0,9% rappresenta la svalutazione giornaliera maggiore dello Yuan dal 2008 allora, forse, capireste che Pechino sta svalutando, e lo sta facendo senza troppi freni.
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