Bruttissima botta per Kiev che, nel secondo trimestre di quest’anno, sarà costretta a pagare un prezzo elevatissimo per il gas naturale russo: Putin sta usando la sua vera unica arma

(ripubblicazione articolo del 3 aprile 2014)

Mentre la polizia ucraina disarmava un gruppo di nazionalisti russi intenti a progettare un attentato pro-Mosca nel Paese, dalla Russia è arrivata la notizia che tanto si temeva: il gas naturale russo sarà, d’ora in poi, molto più caro per Kiev.

Ufficialmente, da Mosca fanno sapere che si tratta solo della cancellazione di uno maxi-sconto che era stato trattato in passato con l’ex presidente ucraino Yanukovich, ma certo l’aumento da 268,50 $ per 1000 metri cubi di gas a 385.5$ (+44%) rischia di mettere in ginocchio l’Ucraina.

Capite bene, però, quanto la questione qui sia politica: come mai Mosca avrebbe concesso un tale sconto a Kiev ? Semplicemente perchè Yanukovich aveva rinunciato a firmare una serie di accordi con l’Unione Europea in modo da mantenere un legame più forte con la Russia. Sì, avete ragione, si tratta sostanzialmente di un ricatto al quale l’ex presidente russo non ha potuto dire di no.

Forse è bene ricordare ai lettori che le casse pubbliche di Kiev sono praticamente vuote, la Russia sta mettendo l’Ucraina (e l’UE ?) con le spalle al muro. Aumentare il prezzo del gas del 44% significa affamare una gran parte della popolazione ucraina e, si sa, la fame porta i popoli alla guerra.
Aspettando che quei sapientoni di Bruxelles si rendano conto di aver, fino ad ora, fallito miseramente nel contenere i piani di Putin (magari un qualche idiota eurocrata dirà agli ucraini: “È finito il pane, che mangino croissants” in pieno stile Maria Antonietta), c’è un giornale polacco, Fakt, che ha addirittura ipotizzato un piano di azione bellica da parte della Russia:

Sperando che tutta questa sia solo macabra fantasia (e che la Crimea di Putin non sia come la Polonia di Hitler), è evidente che UE e USA debbano fare qualcosa. Putin sta dominando il conflitto politico tra Kiev e Mosca in questo momento, e l’Occidente non può permetterselo.