Ha fatto molto discutere la recente apertura al dialogo del Movimento 5 Stelle nei confronti del Partito Democratico in materia di riforma della legge elettorale, la sensazione è, però, che nessuno abbia realmente intenzione di ascoltare i pentastellati (anche e soprattutto per colpa loro)
Ok, la premessa da fare è piuttosto evidente: il M5S ha preso una batosta incredibile alle elezioni europee, e questo sta cominciando a produrre qualche effetto positivo all’interno del movimento.
La settimana scorsa i parlamentari del M5S hanno richiesto a Renzi un incontro per discutere di una nuova legge elettorale (chiamata da Grillo “democratellum”), questo il messaggio verso il premier:
“Gentile Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
sono passati ormai sei mesi da quando la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle principali disposizioni della legge per l’elezione della Camera e del Senato. A seguito di tale sentenza, risulta oggi in vigore una legge elettorale marcatamente proporzionale che prevede la possibilità di esprimere un voto di preferenza.
Lei ha più volte manifestato la volontà di modificarla, perché essa non sarebbe in grado di garantire la governabilità. Per raggiungere questo obiettivo, Lei ha concordato con Forza Italia una proposta di riforma, l’Italicum, che ripropone i profili di incostituzionalità del Porcellum: premio di maggioranza abnorme e impossibilità per i cittadini di esprimere la propria preferenza.
Il MoVimento 5 Stelle nei giorni scorsi ha depositato alla Camera e al Senato la propria proposta di legge elettorale, che per semplicità riferiremo come Democratellum. È il frutto di un intenso lavoro portato avanti da decine di migliaia di cittadini che per mesi hanno contribuito direttamente a determinarne le caratteristiche. La nostra proposta assicura la rappresentatività del Parlamento e rafforza il rapporto tra eletti ed elettori. Infatti, si tratta di un sistema proporzionale in circoscrizioni di dimensioni intermedie che, pur essendo sensibilmente selettivo, grazie alla formula del divisore corretta, consente l’accesso al Parlamento anche alle forze politiche piccole. Inoltre, prevede la possibilità per gli elettori non solo di esprimere un voto di preferenza, ma anche di penalizzare i candidati sgraditi, favorendo in questo modo una più diretta responsabilità degli eletti nei confronti degli elettori.
Il Democratellum favorisce la governabilità, senza presentare profili di incostituzionalità. Il suo impianto limita la frammentazione dei partiti e avvantaggia le forze politiche maggiori. Il sistema non richiede coalizioni preelettorali e così evita che i partiti debbano annacquare la propria proposta elettorale a causa di alleanze tattiche obbligate, che, nell’esperienza italiana, si sono rivelate meri espedienti elettorali incapaci di reggere alla prova del governo del Paese. Sulla base della nostra proposta, inoltre, una forza politica che ottenga un deciso consenso elettorale potrà governare anche da sola, senza che sia necessario raggiungere la maggioranza assoluta dei voti.
In estrema sintesi sono questi gli obiettivi cui il Democratellum è diretto. Esso non è avanzato per favorire il MoVimento 5 Stelle ma per perseguire una democrazia compiuta ed un sistema politico più utile ai cittadini. Non si tratta infatti di un proporzionale puro, bensì di un sistema che consente a una forza politica che ottenga attorno al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi.
Per queste ragioni, constatando la necessità di avere in Italia una legge elettorale in tempi brevi come auspicato da anni dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Le chiediamo di fissare un incontro, naturalmente in streaming per ragioni di trasparenza, così da poterne discutere direttamente.
In attesa di un gentile riscontro, Le porgiamo i nostri migliori saluti.” M5S Camera e Senato
Dopo qualche giorno è arrivata la risposta del Presidente del Consiglio:
“Onorevoli capigruppo del M5S, rispondo alla vostra lettera ringraziandovi per l’apertura di un dialogo franco, aperto e trasparente nell’interesse dell’Italia. La vostra lettera del 16 giugno scorso conferma che ci sono molto cose che continuano a vederci su fronti contrapposti, ma proprio per questo giudico importante che le forze politiche più rappresentative del Paese provino a scrivere insieme le regole del gioco. Nessuno ha la verità in tasca, tutti possono dare una mano – io almeno la penso così. E lavoro con determinazione per arrivare insieme a questo obiettivo comune. La settimana prossima l’Italia gioca una partita molto importante: sarò personalmente in Parlamento martedì per affrontare i temi del Consiglio Europeo e del semestre di Presidenza italiana. Abbiamo sul tavolo innanzitutto la questione immigrazione e conto sull’aiuto di tutte le forze politiche di buona volontà per respingere la montante propaganda xenofoba, non solo italiana, ma esigendo impegni concreti dalle Istituzioni comunitarie. La Commissione affari costituzionali entrerà nel vivo sulle tematiche della riforma costituzionale. Il Parlamento riceverà il primo decreto attuativo della semplificazione fiscale. Alcune aziende annunceranno investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro. Dunque, c’è molto da fare e non c’è tempo da perdere. Vi propongo di vederci mercoledì in un orario da concordare insieme. Vi chiedo soltanto di conoscere meglio l’interlocutore della vostra richiesta di dialogo. Mi avete scritto come Presidente del Consiglio e dunque possiamo vederci a Palazzo Chigi con una delegazione dell’esecutivo. Ma avete anche evidenziato – nel vostro ragionamento – l’importanza del successo elettorale (sottolineatura di cui vi sono personalmente grato) che come è ovvio è un successo elettorale non del Governo, ma del Partito democratico. Se preferite confrontarvi con noi come Pd, allora organizziamo una delegazione del partito e dei gruppi parlamentari. Aspetto vostre nuove. Nel frattempo buon lavoro e viva l’Italia”.
Matteo Renzi
Tutto molto bello (aggiungete un paio di violini sotto se volete apprezzarne il romanticismo), ma quello che ci chiediamo è: che cosa pensa di ottenere il Movimento 5 Stelle ?
Siamo in Italia, il Paese che o non si riforma o si riforma a passo di lumaca. Il famoso “Italicum” è entrato nell’iter parlamentare già da un po’ e, a questo punto, abbiamo l’impressione che il M5S stia cercando di inseguire un treno in corsa per salire a bordo.
Per quanto sia di per sé un ottimo segnale quello lanciato dai parlamentari pentastellati (e non da Grillo, ovviamente) verso “la kasta”, è davvero molto difficile che Renzi possa accettare una qualunque proposta ritardataria del movimento adesso.
Inoltre, aggiungete pure il fatto che Italicum e Democratellum sono due leggi elettorale totalmente diverse l’una dall’altra.
Non a caso il Ministro Boschi ha lanciato un messaggio chiaro ai 5stelle pochi giorni fa:
“Non è pensabile, dopo mesi di lavoro che hanno coinvolto il Parlamento, ricominciare daccapo […], non sarebbe serio nei confronti dei parlamentari e dei cittadini che hanno scelto un certo modello e lo hanno apprezzato con il voto di Maggio. I cittadini hanno scelto un modello in cui si sa chi vince”
Per quanto, tecnicamente, i cittadini non abbiano scelto un bel niente in materia di legge elettorale, le dichiarazioni della Boschi si leggono in un solo modo: ok apprezziamo l’apertura del M5s, ma ormai è tardi.
Ci auguriamo che quella del Movimento 5 Stelle non sia una trovata elettorale. Quando Renzi dirà che il Democratellum “non s’ha da fare”, c’è il rischio di vedere un bel post sul blog di Grillo dal titolo: “La casta e gli inciuci dell’ebetino di Firenze”.
In quel caso saremmo di fronte all’ennesimo errore politico di Grillo, e forse Renzi si auspica proprio questo.
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