L’incubo dell’iperinflazione ha gonfiato a dismisura quella che ormai possiamo definire la bolla dell’oro fino al 2010-2011, con l’inversione di tendenza (momentanea ?) della Fed, che cosa può succedere al prezzo dell’oro
(ripubblicazione articolo del 4 novembre 2014)
La reazione dei mercati all’annuncio del termine del QE negli USA è stato, per ora, piuttosto “soft” (ma il bello deve ancora venire), tuttavia, c’è un asset che ha reagito all’istante alla decisione della Federal Reserve: l’oro.
Ora, se si assume che l’andamento dell’oro sia legato alle aspettative future di inflazione, l’annuncio dello stop al piano di ampliamento monetario della prima economia mondiale dovrebbe ridimensionare le aspettative di inflazione e, dunque, il prezzo dell’oro.
Questa ipotesi sembra reggere ancora:
Come vedete nel grafico, ci sono stati tre picchi di volume importanti dall’annuncio della fine del QE fatto dal FOMC.
Gli ETF dell’oro sono tornati indietro ai livelli pre-bolla:
C’è soltanto una cosa che può salvare quei personaggi che hanno acquistato oro negli ultimi anni attendendosi una nuova esplosione dei prezzi verso l’alto: il Giappone.
Il Giappone è, al momento, l’unico vero paese che sta spingendo l’acceleratore monetario (e lo sta facendo alla grande) con il fine dichiarato di creare inflazione. La speranza di alcuni che questo generi iperinflazione (non parliamo qui della moralità di una persona che investe in un asset aspettandosi il disastro economico in un paese perchè è un discorso troppo ampio e poco interessante per chi ci sta leggendo) è l’unica cosa a cui ci si può attaccare sperando nel rialzo dell’oro.
Poi, forse, qualcuno si renderà conto che l’iperinflazione di Weimar era stata generata dalla miseria della guerra in Germania e non da una crescita della base monetaria, e che quella degli anni Settanta era nata da due shock petroliferi, e non da una banca centrale.
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