Il nuovo Ministro del Lavoro greco ha dichiarato di voler rialzare il salario minimo in Grecia del 10% nei prossimi giorni, e intanto il governo ha bloccato la vendita di un porto di proprietà dello Stato
Senza dimenticare che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, non possiamo trascurare le prime dichiarazioni del nuovo Ministro del Lavoro greco.
Il Governo avrebbe già discusso il rialzo del salario minimo nel paese da 680 € a 750 € (uno dei tanti punti dell’utopistico programma di Syriza), ma non sarebbe finita.
Il precedente governo, quello di Samaras, aveva predisposto la vendita ai privati (si parlava di una trattativa con un’azienda cinese) di due terzi del Porto del Pireo. L’operazione sarebbe però stata congelata dal neo Vice Ministro delle Riforme Amministrative, il quale ha dichiarato che sarebbe ora che lo Stato smettesse di licenziare dipendenti.
Inoltre, il Ministro dell’Energia ha dichiarato di aver bloccato la privatizzazione della compagnia elettrica PPC, una società posseduta a maggioranza dallo Stato.
Capite, quindi, che quella che si prospetta in Grecia è una vera e propria rivoluzione economica, e, come ogni rivoluzione, ci saranno vittime (speriamo soltanto “metaforici”) su entrambi i fronti (UE e Atene).
Probabilmente questo è un primo indizio di quanto affermiamo:
(Business Insider)
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