Se si decide di considerare i prezzi energetici all’interno dell’indice di inflazione (cosa che la Fed non fa, normalmente), a gennaio gli Stati Uniti sono entrati in deflazione
(ripubblicazione articolo del 3 marzo 2015)
Premessa: abbiamo molti dubbi sul modo in cui Washington calcola l’inflazione, e ne abbiamo parlato in questo post.
Detto questo, se consideriamo il calo dei prezzi energetici, nel mese di gennaio gli USA hanno registrato un calo dello 0,1% nel livello generalizzato dei prezzi nella propria economia:
Qualcuno dirà, forse a ragione, che una deflazione portata da un calo dei prezzi dell’energia è una “deflazione buona”.
Questa frase, tuttavia, rischia di essere una pericolosa semplificazione. Siamo sempre più convinti, infatti, che il forte calo del prezzo del petrolio avrà effetti devastanti sul settore dello shale USA e, di conseguenza, su tutta l’economia del paese che ha basato la propria ripresa dal 2008 sul boom del settore energetico.
Come spesso accade, dunque, non esiste il “bianco” o il “nero” in economia, ma vi è in realtà una vasta gamma di grigi che, se osservati da diverse prospettive, possono apparirci molto diversi fra loro.
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