Ancora una volta, quei brutti grossi e noiosi volumi di macroeconomia che vengono studiati all’università hanno avuto ragione: la “curva J” esiste ed il Giappone di Abe ne è una prova evidente
(ripubblicazione articolo del 24 aprile 2015)
Per chi non conoscesse il concetto di “curva J”, consigliamo la rilettura di questo post.
Alla svalutazione pesante di una valuta nazionale, non segue immediatamente un miglioramento della bilancia commerciale. Anzi, l’effetto iniziale della svalutazione è, paradossalmente, un’esplosione del deficit commerciale del paese. Questo è dovuto al fatto che l’economia reale (quella formata da aziende e consumatori) impiega un certo periodo di tempo prima di ridurre le proprie importazioni a fronte di una valuta più debole. Mantenendo inizialmente invariate le importazioni (in termini di volumi) si registra una lievitazione del prezzo pagato per l’import della merce (in quanto ora la valuta nazionale è più debole), cosa che si traduce quindi in un maggiore deficit commerciale (ricordando che questo è dato da export – import).
Tuttavia, con il tempo (e qui gli economisti hanno opinioni molto differenti sulle tempistiche di adeguamento), le aziende stipulano nuovi contratti con i fornitori stranieri, con volumi import minori. Contemporaneamente, la domanda estera per beni nazionali cresce grazie al rafforzamento delle valute straniere rispetto a quella del paese che ha svalutato, e le esportazioni salgono. Risultato ? Dopo il primo abbassamento della bilancia commerciale, il paese imbocca una via di costante riduzione del proprio disavanzo.
Teoria economica, questa sconosciuta (almeno per alcuni):
(Zero Hedge)
A marzo il Giappone ha registrato un piccolissimo avanzo di bilancio (3,3 miliardi di Yen) dopo 48 mesi di deficit consecutivi.
L’Abenomics, con la svalutazione dello Yen, è iniziata nel 2013, la curva J è davvero evidente nel grafico.
Si possono criticare altri aspetti dell’Abenomics (anche noi siamo abbastanza scettici di fronte all’ultimo upgrade del QE giapponese), ma per quanto riguarda la bilancia commerciale Abe e i suoi hanno raggiunto il proprio scopo: vincere la concorrenza spietata della Corea del Sud sul mercato export.
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