Ogni volta che uno shock politico-economico colpisce l’Europa, il mercato mostra l’enorme paura che ha del sistema bancario italiano
Prendendo le 20 banche europee che hanno registrato un forte incremento nelle probabilità di default (ad occhio, ovviamente, del mercato), troviamo un risultato notevole:
(True Economics)
In questa blacklist, nove banche su venti sono italiane. Non male.
Non stupisce, quindi, che Bruxelles abbia improvvisamente dato il permesso al governo italiano di aiutare le banche in difficoltà, come spiega ad esempio il Wall Street Journal.
Se non avete sentito parlare di quest’ultima notizia, non disperate, non è poi così strano. I TG hanno dato una copertura perfetta degli europei di calcio, ignorando (o, comunque, trattando con leggerezza) molte altre notizie, tra cui quella citata più sopra.
Del resto, anche quattro anni fa, sempre durante gli europei, in pochi si resero conto che la Merkel aveva concesso al duo Monti-Draghi un’importante accelerazione nella creazione dell’unione bancaria. L’Italia si ferma in certe occasioni, a quanto pare.
Ma salvare le banche italiane non è sufficiente, è chiaro che i mercati considerino le nostre banche come istituti più rischiosi del normale in Europa, non è possibile che ogni volta che succeda qualcosa in un altro paese (crisi a Cipro, o in Grecia, Brexit, ecc.) il nostro sistema bancario vada nel panico.
Ma, del resto, quando il mondo si renderà conto della montagna di m***a su cui sta in piedi la stabilissima ed efficientissima banca tedesca Deutsche Bank (prima banca in Europa), capiremo che i mercati hanno una concezione di rischio alquanto bizzarra.
Intanto, prendersela con la Montepaschi di turno (colpevole di stare solo sulla punta dell’iceberg) è davvero molto facile.
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