Sembrava troppo bello per essere vero: la politica monetaria più espansiva promessa da Draghi non è ancora iniziata, ma la Bundesbank non vede l’ora di interromperla
(ripubblicazione articolo del 15 luglio 2014)
Il Presidente della Bundesbank Jens Weidmann è tornato, pochi giorni fa, ad attaccare la politica monetaria della BCE.
Come riporta Reuters, Weidmann ha voluto chiarire una cosa:
“È chiaro che la politica monetaria della BCE, dal punto di vista della Germania, è troppo espansiva, troppo accomodante”
Un’ovvietà se l’avesse detto un qualunque analista, ma, se è il Presidente della Bundesbank a dirlo, subito qualcuno potrebbe pensare male riguardo agli ultimi annunci fatti dalla BCE sul nuovo programma tLTRO.
Questa cosa è ovvi anche a Weidmann, il quale ha chiarito:
“Se applicassimo soltanto la nostra politica monetaria – cosa che non facciamo – la politica monetaria della BCE sarebbe molto diversa”
Ora, su quel “cosa che non facciamo” potremmo aprire un dibattito infinito. Sì, se la BCE facesse soltanto gli interessi della Germania i tassi di interesse sarebbero ben più alti del livello attuale, ma l’Euro sarebbe spaventosamente più forte (un po’ come il Marco pre-Maastricht) e l’avanzo commerciale tedesco non sarebbe così elevato come lo è ora. Capiamo il discorso di Weidmann, ma non credete alla favoletta dei poveri tedeschi costretti a subire la debolezza economica del resto dell’Eurozona.
La Vice Presidente della Bundesbank, Claudia Buch, ha aggiunto:
“Questa fase di tassi di interesse bassi, questa fase di politica monetaria espansiva, non deve durare più di quanto sia strettamente necessario”
Tutto questo per ricordarvi una cosa: in quel lontano futuro in cui la BCE alzerà i tassi, sarà sempre e solo la Germania che potrà dare il via all’inversione di tendenza.
E statene certi: i Tedeschi stanno già spingendoci verso quella fase, anche se affermano il contrario.
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