Mentre molti argomenteranno, giustamente, che la ripresa americana continua ad essere piuttosto deludente per ora, risulta comunque utile, per un cittadino europeo, studiare come gli USA si siano comportati dal 2008 ad oggi, ben sapendo che Washington non è ancora uscita dal tunnel
L’unico confronto storico accettabile che si può fare quando si parla della crisi che gli Stati Uniti (e, di conseguenza, il mondo intero) stanno vivendo è, ovviamente, quello della Grande Crisi del 1929.
Dal 1929, infatti, la Federal Reserve cominciò ad intervenire nell’economia americana con la sua politica monetaria espansiva, coniugata con il forte incremento della spesa pubblica attraverso vari piani voluti dalla Casa Bianca (il più famoso, ovviamente, fu il New Deal).
La base monetaria crebbe nettamente:
Lo stesso vale per la spesa pubblica americana:
Noterete, però, una sottile anomalia.
La base monetaria e la spesa pubblica hanno cominciato a crescere durante gli anni di recessione, ma cosa è successo dopo ?
La logica ci direbbe che, in realtà, i due indicatori avrebbero dovuto cominciare a decrescere o, quanto meno, sarebbero dovuti crescere in maniera più o meno costante negli anni successivi alla recessione, ma la realtà è una cosa diversa.
La realtà ci dice, nell’ordine, che:
- la spesa pubblica ha cessato di crescere per qualche anno, per poi esplodere negli anni Quaranta
- la base monetaria ha continuato a crescere a gran velocità negli anni Trenta, quando però la Fed ha provato ad imporre una politica monetaria restrittiva il Paese si è trovato subito in mezzo ad una nuova recessione, e la Fed è tornata a stampare
E lo sapete qual è la spiegazione a questa grande anomalia ? Come qualcuno avrà intuito, la “soluzione” alla crisi e al successivo forte squilibrio monetario creato dalla Federal Reserve fu nientemeno che la Seconda Guerra Mondiale.
Il conflitto, infatti, portò gli Stati Uniti ad una corsa agli armamenti (che cominciò più o meno nei giorni dell’attacco a Pearl Harbor), portando ad una forte contrazione del tasso di disoccupazione che, unito alle pesanti manovre di politica Keynesiana, riuscì a portare gli USA fuori dalla Grande Crisi:
Dato che, almeno per ora, non si vedono possibili cause per un terzo conflitto mondiale, gli Stati Uniti si sono trovati di fronte ad un bel problema: come gestire la crisi del 2008 senza praticare nessuna corsa agli armamenti paragonabile a quella degli anni Quaranta ?
La risposta è venuta, in qualche modo, da Ben Bernanke, il Presidente della Federal Reserve. Stiamo naturalmente parlando del famoso Quantitative Easing:
I costi riportati in questo grafico sono indicati in miliardi di Dollari (utilizzando il valore USD del 2013, escludendo dunque ogni possibile problema di conto generato dall’inflazione), come vedete il costo totale del QE (che ha avuto tre tranches: QE1, QE2 e QE3) si avvicina a quello della Seconda Guerra Mondiale.
Quello che gli USA hanno fatto è stato, dunque, “creare” in maniera artificiale un nuovo conflitto mondiale, senza morti né feriti, ma con tanto, tanto debito.
Quello che manca agli USA per tornare indietro agli anni Quaranta è stato, a quanto pare, la spesa pubblica. Sì perchè nonostante si parli spesso di debt ceiling (un limite legale del debito pubblico che secondo tanti economisti andrebbe eliminato), è bene ricordare che la spesa pubblica americana è stata, in questi anni, molto inferiore rispetto a quanto visto durante le ultime crisi:
Mentre la Federal Reserve ha premuto sull’acceleratore, il Congresso (su grossa spinta Repubblicana) non se l’è sentita, ed ha preferito adottare la versione americana dell’austerity europea.
Giusto così ? Errore politico ? Il discorso è molto ampio e occorre analizzare tanti pro e tanti contro, ne parleremo dunque in un prossimo post.
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