Misura macroeconomica fondamentale, vediamo che cos’è il PIL con un classico esempio chiarificatore
Come nasce il PIL ?
Ai tempi della Grande Depressione del 1929, gli economisti non avevano a disposizione misure affidabili della produzione aggregata (ovvero della produzione totale) di una nazione. Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi è stato inventato un sistema di contabilità nazionale che ha semplificato il lavoro di ricerca dei dati storici.
Che cos’è il PIL ?
La misura della produzione aggregata nella contabilità nazionale è chiamata prodotto interno lordo (PIL).
Potremmo dare tre diverse definizioni del PIL:
1) Valore dei beni/servizi finali prodotti nell’economia in un dato periodo di tempo (quindi nel calcolo non vanno inclusi beni/servizi “intermedi”)
2) Somma del valore aggiunto nell’economia in un dato periodo di tempo (valore aggiunto = valore della produzione – valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione stessa)
3) Somma dei compensi ai fattori produttivi dell’economia in un periodo di tempo (PIL = profitti + salari + costi del capitale + tasse)
Per capire meglio, vediamo un esempio:
Immaginiamo un’economia in cui esistono soltanto due imprese: un’impresa metallurgica e un’impresa automobilistica (chiaramente l’esempio è poco realistico, ma è finalizzato alla comprensione del concetto di PIL).
Sapreste calcolare il PIL di questa economia ? Vediamo i tre diversi modi di calcolarlo:
1) Valore dei beni/servizi finali prodotti nell’economia in un dato periodo di tempo
I beni/servizi finali in questa economia sono costituiti dalle macchine prodotte e vendute dall’impresa automobilistica. L’acciaio prodotto dall’impresa metallurgica è infatti soltanto un bene intermedio, in quanto è venduto da un’impresa all’altra per arrivare al bene finale vero e proprio, le automobili.
Il PIL di questa economia è quindi pari a 200.
2) Somma del valore aggiunto nell’economia in un dato periodo di tempo (valore aggiunto = valore della produzione – valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione stessa)
Il valore aggiunto (dato dalla differenza tra il valore della produzione e il valore dei beni intermedi utilizzati nella produzione) va calcolato per ogni impresa: per l’impresa metallurgica avremo un valore aggiunto pari a “100 – 0”, ossia 100, mentre per l’impresa automobilistica si ha un “200 – 100”, ovvero 100. Sommando i due valori aggiunti, si trova un PIL pari a 200.
3) Somma dei compensi ai fattori produttivi dell’economia in un periodo di tempo (PIL = profitti + salari + costi del capitale + tasse)
Questo è il modo più intuitivo di calcolare il PIL, proviamo a sommare tutti i compensi ai fattori produttivi dell’economia:
Profitti (20 + 30) + salari (80 + 70) + costi del capitale (0) + tasse (0) = 200
Anche qui il PIL è pari a 200.
Come vedete, esistono tre modi per intendere il PIL di una nazione, e sono tutti e tre ugualmente validi. Fate attenzione quando sentite politici e opinionisti che tentano di “illuminarci” sul PIL: spesso non sanno nemmeno di cosa stanno parlando.
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