Questo post farà discutere, ma è ora di dare un taglio alla convinzione secondo cui l’Italia si trova nei guai soltanto perchè “la spesa pubblica è troppo alta” o “il debito pubblico non è sopportabile”
L’impressione è che i migliori studenti del primo anno di Economia potrebbero raggiungere risultati macroeconomici molto migliori rispetto a quelli non-raggiunti dagli attuali eurocrati.
Come riporta oggi “Il Sole 24 Ore”, dal 2011 l’Italia ha speso 3 volte meno (in rapporto al PIL) di Irlanda, Regno Unito e Spagna, eccone la dimostrazione:
Notate anche che, fra i 4 Paesi analizzati, siamo quello in maggiore difficoltà economica.
Non siamo nati ieri, sappiamo bene perchè Londra sta crescendo (vi consigliamo di rileggere questo post a riguardo), l’Irlanda ha dovuto soffrire tantissimo e si trova ad avere una popolazione mediamente più povera del passato (ne abbiamo parlato qui) e la Spagna rimane comunque in una situazione macroeconomica peggiore di quella Italiana (abbiamo fatto insieme un confronto tra Roma e Madrid). Insomma: conosciamo bene la Storia economica recente di questi 4 Paesi e, sia ben chiaro, è quantomeno riduttivo dire che la ripresa dipenda solo ed esclusivamente dal differente andamento della spesa pubblica.
Tra l’altro, il confronto Italia-Irlanda è economicamente scorretto, come vi dimostriamo in un grafico più in basso.
Vogliamo però farvi capire quanto il pesante taglio alla spesa pubblica abbia danneggiato la nostra economia rispetto alla media europea:
- spesa pubblica italiana VS spesa pubblica britannica:
- spesa pubblica italiana VS spesa pubblica spagnola:
Come dicevamo, il paragone con l’Irlanda non regge. L’austerity a Dublino è stata molto più pesante di quella italiana, ma è cominciata già nel 2009 e, dunque, è abbastanza naturale che dal 2011 ad oggi l’Italia abbia stretto la cinghia più di quanto lo abbia fatto l’Irlanda, ecco la prova di quanto affermiamo:
Qualcuno ci dirà che il problema dell’Italia è il debito pubblico, il quale è troppo alto e non dà modo al nostro Paese di crescere.
Ebbene signori questo è sbagliato, non esiste alcuna prova al fatto che il debito pubblico rappresenti un limite alla crescita economica di un Paese, bisogna rendersi conto che l’austerity europea si basa solo ed esclusivamente su un errore del software Excel (per approfondimenti vedete qui).
Poi certo, anche a noi girano i cosiddetti quando sentiamo parlare dei mega rimborsi elettorali mangiati dai partiti, o quando vediamo in TV l’ennesima storia di un falso invalido che, con la sua condotta, estorce denaro pubblico per fini del tutto personali ed egoistici, ma non bisogna cadere nella trappola di credere che la spesa pubblica sia solo la spesa fatta per la classe politica.
È insopportabile vedere un Governo filo-europeista che continua a tagliare la solita parte di spesa pubblica (cioè la spesa per sanità, istruzione, altri servizi) per non toccare le spese della burocrazia, il costo della politica, e altre cose di cui il nostro Paese potrebbe fare benissimo a meno
Come si pensa che vadano avanti i grandi ospedali pubblici ? E le scuole ? Stiamo bene attenti quando diciamo che il problema dell’Italia è l’elevata spesa pubblica, perchè la spesa pubblica, perfino la peggiore (quella dei tanti Fiorito nel nostro Paese) si converte sempre in spesa privata, andando dunque ad essere conteggiata come componente positiva del PIL (non lo sapevate ? Allora rileggetevi la nostra lezione a riguardo del corso “Capire l’Economia”). Se, per assurdo, il Governo decidesse di eliminare l’intera spesa pubblica in Italia, il nostro PIL crollerebbe di una cosa come il 50% in poche settimane; sì, allo stesso tempo si potrebbero tagliare le tasse, ma il segno “meno” prevarrebbe comunque (la causa si chiama “moltiplicatore Keynesiano”) e i “turboliberisti” che odiano tanto lo Stato non saprebbero nemmeno spiegare questo brusco crollo della nostra economia.
Per favore, riflettete: quando chiedete di tagliare la spesa pubblica al Governo non state dicendo “tagliate gli stipendi dei parlamentari”, che, per quanto incredibilmente alti, portano via una piccola parte della nostra spesa pubblica, ma state dicendo: “licenziate medici, professori, netturbini, ferrovieri” e altre persone che, se ci pensate, c’entrano ben poco con l’attuale disastro che la nostra economia sta vivendo.
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