Continuiamo a descrivere cosa sta succedendo a Cipro in questi concitati giorni
1) Una prima boccata di ossigeno arriva dalla creazione di un “fondo di solidarietà”, in cui confluiranno alcuni asset statali, tutti i fondi pensionistici e una serie di immobili detenuti dalla Chiesa greco-ortodossa . Qual è lo scopo di questo fondo di solidarietà ? Sicuramente quello di dare un’immagine di Cipro più facoltosa, in modo da attirare investitori per finanziare la debole economia del Paese.
2) Il Governo potrà poi imporre “restrizioni sui movimenti dei capitali depositati nelle banche”, ciò significa innanzitutto che i prelievi bancari saranno limitati, ma anche che non sarà possibile incassare assegni di valore troppo elevato. Un provvedimento paragonabile alla chiusura parziale degli sportelli bancari, e, si sa, quando le banche chiudono, la gente non la prende mai bene (pensiamo ai giorni in cui l’Argentina decise di chiudere le banche in vista del default imminente, il tasso di omicidi si impennò in quel periodo).
Il Governo prevede comunque che le banche saranno riaperte a pieno regime da martedì prossimo.
3) Il terzo provvedimento è sicuramente il più particolare: Cipro dividerà le banche del suo Paese in due categorie: le “banche buone” e le “banche cattive”. Gli effetti di quest’azione sono dubbi: da un lato segnerà un aggravarsi della situazione finanziaria delle “banche cattive”, in quanto i capitali saranno spostati da queste alle “banche buone”, dall’altro incentiverà i “cattivi” a rimettersi in regola e ad evitare di sgarrare in futuro.
Il Parlamento si riunirà ancora in giornata per prendere altri provvedimenti di emergenza, Sokratis seguirà con attenzione quanto verrà fuori dal palazzo.
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