Il Financial Times è il giornale che ha fatto, fino ad ora, l’ipotesi più plausibile sulle modalità del nuovo prestito internazionale verso la Grecia
(ripubblicazione articolo del 17 luglio 2015)
Il grafico parla da sé, ma cerchiamo di riprenderne i passaggi principali:
(Financial Times)
Il fondo salva Stati dovrebbe mettere sul tavolo 65,5 miliardi di euro, mentre 16,4 miliardi arriverebbero dal Fondo Monetario Internazionale.
In alto a destra l’FT ci ricorda, giustamente, la suddivisione delle quote all’interno del fondo salva Stati. Ammesso e non concesso che tutti i paesi partecipanti al fondo diano il via libera al nuovo prestito verso Atene, l’Italia potrebbe dare il 17,8% di 65,5 miliardi di euro alla Grecia, vale a dire poco meno di 11,7 miliardi di euro.
Quello più interessante, tutta via, è il grafico in basso a sinistra. L’FT è, per quanto ne sappiamo, la prima grande testata economica che cerca di immaginare come i soldi prestati alla Grecia verranno spesi.
Si calcola che 29,7 miliardi di euro saranno impiegati per il ripagamento di debiti. A questi si sommano altri sette miliardi per debiti non finanziari.
Mettiamo poi 7,7 miliardi per tappare il buco creatosi nelle banche greche nelle ultime settimane di corsa agli sportelli e 17,2 miliardi di spese per interessi sui debiti.
Risultato: rimangono 25 miliardi di euro che potrebbero essere usati, almeno in parte, per la ricapitalizzazione delle banche (forse l’FT è troppo ottimista nell’immaginare che l’intera cifra venga usata a tale scopo). “Ricapitalizzazione” è un termine elevato per dire “salvataggio”, perché i 7,7 miliardi citati prima bastano soltanto per la riapertura delle banche, non certo per un funzionamento nel medio periodo.
In tutto questo, a nostro dire, manca un punto importante. Davvero crediamo che i depositi dei greci non verranno toccati ? L’esperienza cipriota ci dice l’esatto contrario, e va notato che, per ora, Bruxelles sta gestendo la crisi greca esattamente come gestì quella di Cipro (banche chiuse in vacanza forzata, trattative con il governo nazionale, imposizione di forti condizioni di austerity, attesa del via libera del Parlamento prima della riapertura delle banche con conti correnti improvvisamente più magri). Si parla davvero troppo poco di questo prelievo forzoso fino ad ora, e noi facciamo fatica ad immaginare uno scenario diverso per la Grecia.
Lascia un commento per primo