L’Italia non sarà la sola a farlo, ma certo l’inserimento di voci dell’economia sommersa impossibili da quantificare con precisione ci porta ad una sola conclusione: l’Italia falsificherà il PIL perchè “ce lo chiede l’Europa”
Che l’Europa non fosse una cosa seria dovremmo averlo capito già molto tempo prima della crisi, quando i nostri parlamentari europei passavano giornate intere a definire gli standard di vendita per le melanzane sott’olio.
Ora però siamo ben oltre, diciamo che ci sono due notizie, una buona e una cattiva:
- il PIL in Italia tornerà a crescere alla grande nei prossimi anni
- il dato però verrà falsificato
Come avverrà la falsificazione ? Semplice, l’ISTAT avrà il curioso compito di quantificare il fatturato trimestrale dei seguenti mercati:
- prostituzione
- droga
- contrabbando di sigarette/alcool
Ora, è necessaria una distinzione importante.
Domanda: è giusto conteggiare l’economia sommersa nel PIL ?
Risposta: sì, lo è (anche il sommerso genera consumi, un premio Nobel come Milton Friedman una volta ha detto che l’economia italiana non è fallita più e più volte soltanto grazie al “nero”)
La nostra preoccupazione, però, è un’altra. Per quanto possa essere economicamente corretto inserire i dati del sommerso nel prodotto interno lordo, c’è un problema che non si può trascurare: è pressoché impossibile quantificare l’economia sommersa.
E siccome a pensare male spesso ci si azzecca, è chiaro che in futuro i dati sull’economia sommersa saranno usati per “correggere” il PIL al rialzo.
Non vediamo l’ora di leggere le prime stime dell’ISTAT, nelle quali un giorno si dirà, magari, che il PIL di per sé è sceso dello 0,5% su base trimestrale, ma, grazie al sommerso, è cresciuto del 2%.
Immaginiamo poi i titoli dei giornali nei prossimi mesi: “Milano: maxi-sequestro di droga, Italia a rischio recessione”
PS: tranquilli, non siamo mica i soli a truccare il PIL in questo modo, il trucchetto è stato già introdotto dagli USA, dalla Spagna, Grecia, Regno Unito e, nel caso più clamoroso, dalla Nigeria. L’obiettivo in Europa è semplice: fingere di rispettare il limite del rapporto deficit/PIL del 3% (che a questo punto, per onestà intellettuale, andrebbe eliminato) dando inoltre l’illusione della crescita economica.
Qui tutti barano, facciamocene una ragione
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