Francia, Spagna, Italia, Portogallo, sono tanti gli indiziati per un aggravarsi della crisi sistemica del Vecchio Continente, vediamo i fattori di rischio dei diversi Paesi
I problemi in Europa non mancano, ma chi sarà il primo a crollare ? Cerchiamo di mettere in ordine le idee analizzando una serie di Paesi:
Francia
Per la Francia è un momento politico molto delicato quello di queste ultime settimane, mai la popolarità di un Presidente della Repubblica è stata così bassa come quella di Hollande secondo moltissimi istituti di ricerca statistica, il tutto è aggravato dal recente scandalo di corruzione con tanto di conti in Svizzera che ha colpito la classe dirigente del Paese.
Dal punto di vista economico, Parigi sta perdendo la pazienza con Berlino, le dichiarazioni del Ministro dell’Economia Moscovici e i dati in peggioramento della produzione industriale Francese sono un forte segnale della politica anti-austerità che Hollande e i suoi si preparano ad intraprendere, forse affiancati dall’Italia.
Portogallo
Le riforme in Portogallo procedono troppo a rilento, tanto che molti analisti prevedono che, nonostante tutti gli sforzi compiuti sino ad ora, Lisbona dovrà richiedere un intervento concreto della Troika (un altro) nei prossimi mesi.
Spagna
In Spagna il disastro è sociale, ancora prima che economico. La disoccupazione è totalmente fuori controllo e viaggia verso il tasso ufficiale del 30% (quello reale è intorno al 35% secondo i più). Ovviamente tutto questo si ripercuote sulla politica, tanto che i sondaggi dicono che, se si andasse ad elezioni oggi, la coalizione guidata dal Premier Rajoy prenderebbe circa metà dei voti che ha preso nel 2011. Questo dipende, oltre all’incapacità di Madrid di fare la voce grossa con Berlino, anche dallo scandalo di corruzione che ha coinvolto lo stesso Rajoy e altri suoi fedelissimi.
Italia
Eccoci qua, l’economia Italiana è bloccata, quasi ferma ormai. Non c’è un solo indicatore macroeconomico (e non venitemi a parlare della bilancia commerciale in positivo, perchè se analizziamo i dati di import-export vediamo che anche lì siamo messi malissimo) che ci possa far sperare in una ripresa dell’economia. Il Governo Letta ha un programma molto ambizioso, e i mercati sembrano credere nella nostra solvibilità. L’Italia, come la Francia, si trova ad avere un’economia reale in declino, ma un settore finanziario in brillante forma (almeno negli ultimi mesi).
Grecia (e Cipro)
Qui i soldi non ci sono, la crisi Greca ha portato ad una fuga di capitali senza precedenti, e Cipro è fortunatamente un piccolo Paese. Atene è costretta a fare una serie di “riforme low-cost”, non potendo sgarrare minimamente con Bruxelles. A mio parere quando parliamo di Grecia (e di Cipro) parliamo di una realtà che ha solo ottime ragioni per uscire dall’euro, cosa che per ora non è ancora avvenuta per una serie di ragioni che hanno poco di “economicamente razionale”.
Slovenia
La Slovenia è una bomba ad orologeria, la Banca Centrale Slovena sta avendo il suo da fare nel suggerire riforme al Governo, ma la realtà è che l’austerity in Slovenia è già arrivata, e i cittadini Sloveni promettono di dare battaglia nelle piazze. Le sofferenze bancarie del Paese sono troppo alte rispetto al PIL, un altro danno del “liberismo ad ogni costo”.
Germania
Sì, Germania. Pensate che Berlino non possa soffrire un po’ in questo periodo ? Bene allora immaginate uno scenario (possibile, se non probabile) del genere: tutte le nazioni che ho elencato in precedenza decidono di affrontare la Germania, la Merkel, e la sua politica di austerità, chiedendo che l’Europa sia più permissiva sui vincoli di bilancio, specialmente in tempo di crisi.
La Germania sarebbe circondata, e non avrebbe armi per dire di no a tutti, se non, ovviamente, uscire dall’Euro e tornare al Marco Tedesco.
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