Il Governatore della Banca Centrale Croata è convintissimo: “La Croazia trarrebbe soltanto vantaggi dall’ingresso nell’Eurozona”, intanto da Lunedì il Paese entrerà a far parte dell’Unione Europea
Da Lunedì, il primo passo per il probabile sfacelo economico della Croazia sarà compiuto: l’ingresso nell’Unione Europea.
Giorni fa, commentando la notizia, ci eravamo augurati una cautela di Zagabria verso l’abbandono della sua valuta nazionale (la Kuna) e l’adozione dell’Euro, purtroppo così non è stato. C’è troppo entusiasmo, anche (e soprattutto) tra chi dovrebbe mostrare cautela per natura.
Ma perchè siamo così negativi sul probabile ingresso della Croazia nell’Eurozona ? Ne avevamo già parlato, ma è bene che vi riportiamo alcuni dati macroeconomici che ci giungono da Zagabria:
1) La Kuna Croata (ovvero la valuta della Croazia) è una moneta molto più debole dell’Euro, cosa che ha da sempre favorito le esportazioni e, in tempi più recenti, il boom del settore turistico (visto anche il gran numero di Isole e il lungo tratto costiero).
2) Il tasso di disoccupazione si attesta al 20,9% (olè !), e qui non servono commenti.
3) Il rapporto debito/PIL è 53,6% (e qui ci siamo, i parametri di Maastricht prevedono un massimo del 60%)
4) Il deficit è pari al 4,6% (come noto, non bisognerebbe superare il 3% per Bruxelles, pena l’apertura di una procedura di rientro del deficit con tanto di governi tecnici e altre robe già viste da noi, grandi precursori in materia di burattinaggio europeo)
5) Il tasso di inflazione è pari al 3,3% (troppo alto secondo gli obiettivi di medio-lungo periodo posti dalla BCE, che parla di un 2% medio nell’eurozona)
6) La bilancia commerciale è negativa, ma in miglioramento negli ultimi anni (quindi, nonostante sia un Paese che punti molto sull’export grazie alla sua moneta debole, si trova già in difficoltà).
7) I tassi sui bond a 10 anni sono pari a 4,9% (quindi più alti di quelli Italiani e Spagnoli)
Nonostante il bollettino di guerra appena citato, il Governatore della Banca Centrale Croata, Boris Vujcic, sostiene che il Paese entrerà nell’Euro entro 4-5 anni.
Non è possibile, non riusciamo mai ad imparare nulla dalla Storia ?
Tutti i piccoli Paesi con una vecchia valuta nazionale più debole della media Europea (è esattamente il caso della Croazia, ma anche della Grecia) sono ora in grossa difficoltà a causa del boom dell’import immediatamente successivo all’ingresso nell’Euro.
Quello che è successo è, per dirla in maniera molto semplice, è che improvvisamente alcuni cittadini Europei (prendiamo sempre i Greci come esempio qui) si sono trovati ad avere merce importata dall’estero a prezzi molto più accessibili rispetto al passato. Allo stesso modo, guardando l’altra faccia della medaglia, l’adozione dell’Euro ha eliminato tutti i vantaggi che potevano derivare in passato dalla debole moneta nazionale (quindi c’è stata una contrazione dell’export). Il risultato ? Un bilancia commerciale negativa (ma che dico negativa, “ipernegativa” !) e dunque un PIL in picchiata.
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