Il recente tracollo registrato nel prezzo del petrolio viene semplicemente dal gioco tra domanda e offerta nel settore petrolifero, con l’aiuto di alcuni grafici vediamo insieme che cosa è successo esattamente sul mercato
(ripubblicazione articolo del 28 novembre 2014)
Un ottimo post tratto da Energy Matters spiega bene come mai il prezzo del petrolio è sceso così bruscamente nelle ultime settimane.
In diversi post già pubblicati su Sokratis sul tema, abbiamo scritto che la crisi del petrolio è una crisi di offerta, più che di domanda. Non a caso, i prezzi del greggio hanno cominciato a muoversi verso il basso dal giorno in cui l’OPEC ha scoperto di aver prodotto troppo petrolio per quella che era la domanda effettiva di mercato.
Tra il 2004 ed il 2008, la situazione è stata questa:
Un costante aumento della domanda (già di per sé ultra-inelastica) ha portato i prezzi del petrolio a salire, salire e salire:
Fino a qui nulla di nuovo.
Nel caso in cui qualcuno si chieda come mai la curva di offerta del petrolio dovrebbe avere quella forma, basta guardare i dati statistici:
Dal 2004 il giochino è stato semplice: con l’aumento della domanda, i produttori hanno incrementato più o meno costantemente la propria offerta di petrolio, confidando nel fatto che il sistema avrebbe retto per sempre.
La crisi del 2008 ha tragicamente ridimensionato il tutto, la domanda sprofondò e l’offerta era dunque troppa rispetto alle necessità del mercato: i prezzi del greggio crollarono. Ma quella fu una crisi guidata dalla domanda.
Quella che stiamo vivendo ora è – sebbene ci sia stato un calo della domanda dovuto principalmente al rallentamento della crescita nei paesi emergenti, Cina in primis – una crisi guidata dall’offerta:
La freccetta blu indica la spropositata crescita dell’offerta rispetto alla domanda (che è addirittura scesa).
La parolina magica qui è dunque oversupply, ed è per questo motivo che i prezzi del petrolio non torneranno a crescere fino a quando il mercato tornerà in equilibrio.
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