Mario Draghi ha parlato con dei giornalisti americani a Washington sabato scorso, confermando in modo chiaro ed inequivocabile che la BCE interverrà sui mercati finanziari se l’Euro rimarrà così forte rispetto al Dollaro
(ripubblicazione articolo del 14 aprile 2014)
Per scrivere questo post basterebbe solo citare l’ultima importantissima frase di Mario Draghi rivolta alla stampa americana:
“Un rafforzamento dell’Euro potrebbe richiedere ulteriori stimoli e politiche monetarie più accomodanti”
La fonte è Bloomberg che apre l’articolo con una frase piuttosto eloquente: “La pazienza di Mario Draghi con l’Euro è finita”.
Nel caso la prima frase di Draghi non sia sufficiente, eccone un’altra:
“Il tasso di disoccupazione nell’Eurozona ha raggiunto livelli inaccettabili”
Vi ricordiamo che in economia esiste una legge (nota come Curva di Phillips) che spiega che, normalmente, in un’economia c’è una relazione inversa tra disoccupazione e inflazione.
Non a caso ora nell’Eurozona l’inflazione sta scendendo da mesi e la disoccupazione continua a salire, e la teoria macroeconomica insegna che non si può uscire da una situazione così grave come quella attuale senza la “spintarella” della BCE.
A questo punto secondo noi ci sono solo due domande a cui Draghi dovrebbe rispondere:
1) Quale tipo di QE avremo in Europa ? (la BCE ci sta lavorando, forse Draghi non ha ancora la risposta a questo quesito)
2) Esiste un valore del cambio Euro/Dollaro oltre il quale la BCE premerà il pulsantone rosso del Quantitative Easing ?
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