Il procedimento non è affatto semplice (e da qui vengono molte polemiche), i soldi però, alla fine, dovrebbero arrivare
Se in Italia non riusciamo a complicarci la vita non siamo contenti, un provvedimento semplice semplice come “Lo Stato si impegna a pagare le seguenti categorie di debiti alle imprese nelle seguenti modalità: a, b, c…” sembra essere una cosa troppo semplice e pratica per noi.
Vediamo lo schema dei pagamenti:
Tanto per cominciare, abbiamo 4 debitori principali:
a) comuni/province
b) regioni
c) sanità
d) Stato
Per i comuni e le province che hanno liquidità in cassa, non ci sono grossi problemi, il problema sopraggiunge quando la liquidità non c’è. Il comune o la provincia dovranno quindi fare richiesta alla Cdp (Cassa Depositi e Prestiti) che è il vero “braccio meccanico” di questo provvedimento. Il problema qui è che la Cdp non è nota per la sua velocità di erogazione del denaro.
Le regioni invece, qualora non avessero liquidità in cassa, possono aumentare le tasse regionali (ve ne avevamo già parlato). La cosa più incredibile è che la Regione è tenuta a presentare un piano di pagamenti al 31 dicembre, e prima di quel giorno non può pagare; riceverà poi i soldi dal Tesoro che saranno poi passati alle aziende (sempre che, intanto, non siano fallite, cosa non impossibile visti i tempi di restituzione.
Per la sanità il procedimento è sempre di competenza delle regioni, ma almeno qui sono previste due tranches di pagamento: 15 maggio 2013 e 15 dicembre 2013.
Paradossalmente, lo Stato potrebbe essere più veloce delle Regioni a pagare (dico “paradossalmente” alludendo a chi esalta le regioni al grido di Roma Ladrona). Entro la fine di Aprile ogni Ministero deve stilare una lista dei propri debiti in ordine cronologico, lista che sarà poi consegnata al Ministero dell’Economia entro metà Maggio per la prima ripartizione delle risorse disponibili. Con questa prima ripartizione vengono pagati interamente i primi debiti, gli altri sono meno fortunati. Entro il 15 giugno i Ministeri devono decidere cosa tagliare al loro interno per trovare i soldi mancanti, tagli che poi saranno trasmessi alle commissioni parlamentari e alla Corte dei Conti. Se tutto sarà approvato, anche gli ultimi debiti con le imprese saranno saldati.
Insomma, i soldi dovrebbero arrivare, ma con molta calma. Il rischio è che alcune imprese chiudano prima che i soldi arrivino nelle loro casse.
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