Nei giorni in cui lo spread tocca i livelli minimi degli ultimi 2 anni, è bene ricordare come i rendimenti sui nostri titoli di Stato sia cambiato dal 2006 ad oggi
Una delle regole fondamentali della finanza ci dice che, per quanto riguarda il mercato obbligazionrio, a scadenze più lunghe si hanno rendimenti più elevati.
Questo perchè, ovviamente, acquistare un titolo di Stato con scadenza decennale comporta un maggior rischio di comprarne uno a scadenza semestrale (è più facile fare una valutazione sul rischio-Paese tra 6 mesi piuttosto che tra 10 anni).
Quello che forse non tutti sanno è che, nelle settimane in cui lo spread è esploso (parliamo quindi della seconda metà del 2011) è successo qualcosa di strano ai nostri titoli di Stato: la curva dei rendimenti si è invertita.
Questo significa che i titoli decennali avevano rendimenti più bassi dei titoli con scadenza più breve (parliamo in particolare dei CCT). Date un’occhiata qui:
L’inversione della curva dei tassi di interesse è un grossissimo problema per un Paese, in quanto ci segnala che i mercati percepiscono un rischio default molto reale nel breve periodo, rischio addirittura maggiore di quello di medio-lungo periodo.
Questo grafico ci dice una cosa molto importante che è bene non trascurare. Per anni ci siamo sentiti dire “lo spread sale, scende, è fermo…”, e con questo si poneva attenzione sul titolo decennale Italiano confrontato con l’omologo Tedesco, ma guardate bene quello che è successo nel 2011: i CTZ e, soprattutto, i CCT hanno avuto un decollo dei rendimenti molto più evidente rispetto al BTP a 10 anni. È una cosa che fa riflettere.
Lascia un commento per primo