Torna il caos in Egitto, ma stavolta potrebbe essere diverso: un giovane cittadino Statunitense di 21 anni è stato ucciso in circostanze ancora misteriose, da Washington si considera seriamente l’intervento militare
Domani, 30 Giugno 2013, ricorre il primo anniversario dell’ascesa al potere del Presidente Mohamed Morsi, ed ecco che, puntualmente, riesplodono le violenti proteste nelle piazze di tutto il Paese.
Come sempre, abbiamo da una parte i “fratelli Musulmani”, fedelissimi sostenitori del Presidente Morsi, dall’altra abbiamo i “ribelli”, quelli che accusano l’attuale presidente di essere antidemocratico e sognano un Paese più laico.
Tutto come lo abbiamo lasciato mesi fa dunque, ma c’è una novità, una cosa piccola all’apparenza, che potrebbe cambiare gli equilibri in campo: un giovane Americano (21 anni) che si trovava nel Paese come insegnante madrelingua di Inglese è stato ucciso nella giornata di ieri ad Alessandria in circostanze ancora misteriose.
Qualcuno sostiene che siano stati i fratelli Musulmani a compiere l’omicidio, altri invece danno la colpa ai ribelli. Non si sa nemmeno come sia morto il giovane, né come si chiami (il nome non è stato ancora diffuso). Inizialmente si è detto che il ragazzo sarebbe stato ucciso a colpi d’arma da fuoco, ma nelle ultime ore si è diffusa l’ipotesi di una prigionia conclusasi con l’accoltellamento della vittima.
Quali saranno le conseguenze per l’Egitto ? Gli USA hanno già ordinato il ritiro di alcuni dei propri ambasciatori. Intanto il Presidente Obama si trova, casualmente, in Africa in visita ufficiale (visita giunta al suo secondo giorno su cinque).
Ma la CNN sembra già dare per scontato l’intervento militare Americano in Egitto, almeno a protezione dell’ambasciata USA. Sicuramente Barack Obama sarà chiamato ad esprimersi pubblicamente sulla questione già in giornata.
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