I profeti della grande ripresa dell’Eurozona dovrebbero cambiare mestiere, fino a quando vedremo un dato così negativo come quello di oggi sulle vendite al dettaglio non solo non parleremo di ripresa, ma continueremo a parlare di crisi
Sì è vero, il PIL trimestrale italiano dovrebbe cominciare a crescere in questo periodo (quello dell’Eurozona ha già cominciato a salire, molto lentamente), ma abbiate pazienza: non si può parlare di fine della crisi in un momento del genere:
I dati vengono dall’Eurostat che dice:
“A Dicembre 2013, in confronto con Novembre 2013, il volume destagionalizzato di vendite al dettaglio è sceso dell’1,6% nell’Eurozona e dello 0,8% nell’UE. A Novembre la crescita era stata, rispettivamente, dello 0,9% e dello 0,8%. Il confronto tra Dicembre 2013 e Dicembre 2012 ci dice che l’indice è sceso dell’1% per l’Eurozona ed è cresciuto dello 0,1% per l’UE. Un confronto tra la media del 2013 e quella del 2012 evidenzia una contrazione in entrambi i dati (-0,9% nell’Eurozona e -0,2% per l’UE)”
La crisi non è finita, vi facciamo notare che spesso è sbagliato far coincidere la parola “crisi” con “recessione”.
Volete un esempio ? Il Giappone è stato in crisi per 20 anni (ne è uscito solo di recente con l’Abenomics, vedremo se durerà anche quando la BOJ smetterà di stampare Yen), sebbene il suo PIL si stato raramente in contrazione (dunque non c’è stata una gran “recessione” a Tokyo):
Un curioso scherzo del destino, poi, sta trasformando l’Eurozona nel Giappone degli anni Novanta.
In sostanza i nostri politici potranno andare in giro a dire idiozie quali: “La crisi è finita, il PIL sta crescendo”, ma la verità sarà ben diversa: se va bene finirà la recessione, ma la crisi, purtroppo, è ancora tutta qui.
Intanto la deflazione – lo ripetiamo per l’ennesima volta – è sempre più vicina:
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