FMI: i tagli alla spesa negli USA sono un rischio per la crescita

Christine Lagarde FMI

Dopo aver contribuito al boom dell’austerity in Europa, il FMI fa retromarcia su tutto, invitando gli USA a rivedere i pesanti tagli previsti a livello di budget

Christine Lagarde FMI

Se una persona avesse smesso di leggere i giornali nel 2010 e avesse ricominciato oggi ad informarsi, crederebbe che al FMI qualcuno deve aver perso qualche rotella.

Soltanto 2-3 anni fa il FMI si faceva garante dei pesantissimi tagli alla spesa pubblica che sarebbero presto stati imposti alla Grecia, mentre l’allora Presidente della BCE, Trichet, continuava imperterrito lungo la propria strada senza nemmeno pensare di tagliare i tassi.

Oggi gli attori in campo sono cambiati, a capo del FMI c’è Christine Lagarde, mentre il Presidente della BCE è Mario Draghi, la prima ha sentito il bisogno di scusarsi, a nome dell’intero istituto che presiede, il secondo preferisce evitare il discorso.
Di una cosa siamo certi però, entrambi sembrano avere rifiutato, con cautela, la politica dell’austerity.

Da una parte abbiamo l’ultima conferenza stampa di Draghi, in cui la BCE ha voluto mettere bene in chiaro una cosa:“I tassi rimarranno bassi e potranno essere tagliati in futuro per un lungo periodo di tempo”, una di quelle cose che Trichet avrebbe dovuto dire poco prima di andarsene, ma ormai il danno è fatto; dall’altra abbiamo un’altra conferenza stampa, quella della Lagarde, che ha detto:

“La procedura di taglio dei costi di budget che sta avendo luogo negli Stati Uniti ci sembra assolutamente inappropriata, in quanto va a colpire alcune voci di spesa che sono essenziali per supportare la crescita di medio e lungo periodo”

Fa piacere vedere che anche ai piani alti del potere si siano resi conto della stupidità (volontaria o meno) delle precedenti scelte a livello di politica economica, ma quando si passerà dalle parole ai fatti ?

 

 

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