Prendendo spunto da ZeroHedge chiediamoci se e come il Giappone possa realmente uscire dalla crisi, visto il notevole calo demografico che affligge il Paese da anni
Quello che ZeroHedge ci dice in questo post, è sostanzialmente che il Giappone non può nemmeno sperare di tornare a correre come negli anni ’80, visto il pesante calo demografico che affligge da anni la terza economia del Mondo.
Per il sesto anno di fila, il numero dei morti ha superato quello dei nati in Giappone:
Come facilmente riscontrabile, il calo demografico ha avuto inizio a metà degli anni ’70, e sembra aver avuto effetti sull’economia Giapponese all’inizio degli anni ’90.
Ora, dire che la crisi in cui è sprofondato il Giappone 20 anni fa sia dovuta al calo demografico, sarebbe un errore. Tuttavia, il calo demografico ha sicuramente complicato di molto le cose, costringendo l’economia Giapponese a puntare tutto su un altro fattore: la produttività.
Ed è qui che ZeroHedge sbaglia tutto: non si può considerare la crescita dell’economia come inversamente proporzionale al calo demografico. La crescita dell’economia è inversamente proporzionale al calo della produzione, punto. Se un’economia con 100 persone produce “1000” nel 2010, e poi nel 2011 produce sempre “1000” ma con 90 persone, si è registrato un aumento della produttività tale da compensare il calo demografico. Certo, nel lungo periodo il calo demografico porta anche ad un calo della domanda interna e ad un conseguente adeguamento dell’offerta, che è esattamente il motivo per cui il Governo Abe ha molti motivi per incentivare le nuove nascite. Tuttavia il Giappone si è sempre retto su un ottimo livello dell’export, il che ha concesso al paese di sopravvivere al comunque impressionante calo demografico degli ultimi anni. I veri problemi sono iniziati nel 2012, quando l’export è crollato in favore della Corea del Sud (che qualcuno già vede come il nuovo Giappone degli anni Duemila), lì è partita la svalutazione competitiva dello Yen, con annessa politica monetaria fortemente espansiva che, per ora, non ha dato degli effetti reali per l’economia reale, ma questo è normale. La crisi Giapponese viene da lontano, e quello a cui punta Abe (o meglio, i suoi economisti) è recuperare l’export in modo tale da continuare a compensare l’effetto del calo demografico (che nessuno sa quanto possa durare). Non è dunque tanto un discorso di inflazione al 2% (obiettivo che potrebbe anche essere impossibile da raggiungere, visto lo stato ancora “dormiente” dell’economia), si tratta soprattutto di un discorso di export, di calo demografico, e di produttività.
È proprio la produttività che non può non essere presa in considerazione nel nostro discorso:
Un’ultima riflessione: in Italia la popolazione è in crescita (fonte), la produttività in forte calo e l’export in crescita. Guardate l’andamento del PIL: allora qual è dei tre l’indicatore più influente sull’economia a vostro avviso ?
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