Con una crescita trimestrale dell’1,5% e annuale del 5,9%, Tokyo sta attualmente facendo molto meglio di tutte le altre economie avanzate, ora è il momento di alzare le tasse, vedremo cosa succederà al PIL
(ripubblicazione articolo del 15 maggio 2014)
Da oggi il QE del Giappone è, sostanzialmente, terminato. La Bank of Japan non ha ancora fatto nessun annuncio a riguardo, ma con un’inflazione ormai vicinissima al target annuale del 2% e un PIL che riesce a crescere del 5,9% su base annuale, è evidente che da Tokyo possano dire di aver raggiunto brillantemente la loro missione.
Ecco il PIL su base annua:
Dopo qualche lettura deludente, il PIL è letteralmente esploso (non siamo certo ai livelli del dopo-tsunami, certo, ma fortunatamente non c’è stato nessuno tsunami negli ultimi tempi in Giappone).
Scomponendo il PIL, otteniamo i seguenti numeri (per chi non sapesse leggere il Giapponese, le voci sono state tradotte in Inglese nell’ultima colonna a destra, e nella penultima trovate la variazione di quella voce nell’anno in corso):
(comunque tutti i dati sono disponibili in questo PDF in Giapponese)
Ora, la teoria Keynesiana (quella che è brutta e cattiva e che piace solo ai comunisti quindi in Eurozona non può manco essere nominata (tra l’altro Shinzo Abe è pure considerato di estrema Destra)) dice una cosa precisa: “È la crescita il momento dell’austerity, non la recessione”.
Infatti nei prossimi mesi la pressione fiscale in Giappone salirà in maniera rilevante (soprattutto attraverso l’aumento dell’IVA di queste settimane). Questo può aver portato molti Giapponesi a spendere di più prima dell’atteso aumento dei prezzi e, quindi, il tutto potrebbe essersi convertito in un aumento del PIL.
Ma ci crediamo poco, non ci aspettiamo un tracollo del PIL giapponese nei prossimi mesi, ma sicuramente tassi di crescita inferiori al 5,9% (visto che, lo ricordiamo, stiamo pur sempre parlando di un’economia matura e non di una in via di sviluppo).
Come ultimo pensiero finale, rivolgiamo un saluto ai “gufi del Giappone”, quelli che credono che il Giappone fallirà da un momento all’altro per mistiche ragioni, quelli che dicono che stampare denaro è il male e che l’austerità è bella, sayonara.
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