L’Abenomics, ovvero la politica monetaria/fiscale espansiva che il governo di Shinzo Abe sta utilizzando per tirare fuori dai guai il Giappone dopo 20 anni di crisi, è al centro di grandi dibattiti dal giorno del suo inizio, vediamo qualche dato macroeconomico per valutare il lavoro del governo giapponese
Partiamo da un presupposto fondamentale: l’economia non ci dice mai qual è la verità assoluta.
Qual è la differenza tra la matematica e l’economia ? Mentre la prima è una scienza esatta (come si suol dire, “la matematica non è un’opinione”), la seconda è una scienza sociale come possono essere considerate la psicologia e la sociologia.
Se vogliamo fare un passo in più, possiamo dire che l’economia è una specie di “psicologia di massa” che si serve della matematica per sviluppare ed approfondire alcuni aspetti. Matematica e scienze sociali sono, nell’economia, due aspetti della stessa medaglia. Una persona che ci parla di economia solo attraverso la matematica rischia di perdere di vista la parte più “sociologica” dell’economia (ogni riferimento a “On. Sen. a Vita ex Pres. del Cons. che parlan. tant. di equit. social. e poi si allean. con Casin.” è puramente casuale), mentre chi parla di economia senza considerarne l’aspetto più matematico è condannato ad uno status di “mezza comprensione” perenne di come realmente va il Mondo.
Ebbene, oggi vogliamo mischiare i ragionamenti sociologici con quelli matematici per dimostrare che, a nostro parere, l’Abenomics in Giappone sta funzionando abbastanza bene.
Partiamo dalla definizione di un passaggio fondamentale: che cosa vuole ottenere l’Abenomics ?
1) Creare inflazione e rilanciare l’economia (obiettivo pressoché raggiunto)
2) Attraverso la svalutazione dello Yen, rilanciare l’export e far crescere la bilancia commerciale (qui ci sono alcuni problemi)
Andiamo con ordine, il Giappone sta creando inflazione sì o no ?
Sì, tanto che la Bank of Japan comincia a pensare alla possibilità di interrompere il QE (Wall Street infatti è crollata subito appena la notizia è stata diffusa):
I prezzi crescono, ma attenzione a non farsi ingannare da una mera analisi matematica. I prezzi stanno crescendo anche perchè la “bolletta energetica” del Giappone è aumentata. La svalutazione dello Yen, infatti, ha causato un aumento dei prezzi dei beni importati tra i quali spicca, soprattutto, l’energia.
Allora l’Abenomics non funziona ? Non abbiamo detto questo. L’inflazione che vedete sopra è detta “inflazione headline” perchè comprende tutti i beni di un’economia. Escludendo prodotti alimentari ed energetici di ottiene la cosiddetta “inflazione core”, che ha il seguente andamento per il Giappone:
Chi dice che l’inflazione in Giappone sta crescendo solo per via del rincaro del prezzo dell’energia dice quindi una cosa esatta.
L’unico problema con la storia dell’inflazione ci viene dagli stipendi medi dei Giapponesi, i quali stentano – per ora – a crescere. Ci troviamo quindi in una situazione in cui i prezzi salgono e i salari rimangono più o meno costanti al passato:
Si può spiegare questo ? Sì, e per capirlo dobbiamo abbandonare la matematica ancora una volta. Riflettete: è più facile che in un’economia crescano i prezzi o i salari ? Mentre per i primi (salvo casi particolari regolamentati dalla legge) è sufficiente che il negoziante modifichi autonomamente il prezzo di listino, per il secondo occorre modificare un contratto di lavoro tra almeno due parti. Quando i prezzi crescono, dunque, serve sempre un certo “gap” temporale per vedere un adeguamento degli stipendi medi.
Tra l’altro, guardando il grafico precedente, noterete che verso la fine del 2012 le cose sembravano essersi messe molto male per gli stipendi giapponesi, mentre nel 2013 c’è stato un po’ di respiro. È comunque ancora presto per parlare di successo nel mercato del lavoro in Giappone, nonostante ci siano altri indicatori molto positivi.
Il tasso di disoccupazione è in costante calo (ma questo avveniva anche prima dell’Abenomics):
La produzione industriale ci dà un resoconto univoco (settembre 2011 = 100):
Da quando è iniziata l’Abenomics, in particolare (gennaio 2013 = 100):
Il secondo punto, quello della bilancia commerciale, sta presentando qualche problema al Giappone.
Prima di vedere i numeri, pensiamo a quello che succede quando un Paese svaluta la propria moneta. Il primo effetto è una crescita dei prezzi dei beni importati e una riduzione dei ricavi dell’export. Questo perchè le aziende che importano/esportano non adeguano immediatamente i propri ordinativi al nuovo livello dei prezzi: chi importava X inizialmente continuerà ad importare X (pagando un prezzo più elevato per via della moneta nazionale più debole) e che esportava Y continuerà inizialmente ad esportare Y ad un prezzo più basso.
Capite bene che il primissimo effetto della svalutazione è una crescita dell’import (si parla in termini monetari ovviamente) e una riduzione dell’export. Questo porta la bilancia commerciale a peggiorare e, come vi abbiamo già spiegato qui, questo fenomeno macroeconomico si chiama “curva J“.
Dopo qualche mese, però, chi importa ed esporta dovrebbe adattare i propri volumi di acquisto/vendita al nuovo tasso di cambio. Questo significa che l’export cresce e l’import si riduce, portando la bilancia commerciale a migliorare.
Fin qui la teoria, e la pratica ?
Ecco la bilancia commerciale giapponese:
Per ora non si vede una ripresa della bilancia commerciale. È per questo motivo che vi abbiamo sottolineato la parola “dovrebbe” più in alto, la teoria non è che una semplificazione dei tanti casi che la pratica può offrire. In questo caso il Giappone sembra essere troppo dipendente dall’import, cosa che non consente alle importazioni di calare come gli economisti prevedono.
Infatti, da questo punti di vista, l’Abenomics sta funzionando solo a metà:
- abbiamo visto un forte aumento delle esportazioni:
- ma le importazioni non ne vogliono proprio sapere di scendere:
Conclusioni
L’Abenomics sta funzionando piuttosto bene: sta creando inflazione e sta spronando l’export. L’unico problema è che il Giappone dipende troppo dall’import e questo sta portando i meno attenti a dire che la svalutazione dello Yen non sarebbe servita a nulla. Questo è un errore (crediamo di avervelo mostrato molto bene con il discorso fatto sull’inflazione), ma non bisogna nemmeno credere che l’Abenomics sia uno strumento perfetto per rilanciare l’economia giapponese (l’errore di valutazione fatto dal governo sulle importazioni è da antologia e ci auguriamo di rileggerlo tra qualche anno sui libri di macroeconomia).
L’Abenomics non è perfetta, dunque, ma è probabilmente la migliore idea di politica economica mondiale implementata negli ultimi anni.
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