Al momento, la Grecia di Tsipras e Varoufakis sta uscendo assolutamente perdente dallo scontro con Bruxelles e Berlino, è possibile che la trattativa tra le due parti vada avanti ancora per mesi
(ripubblicazione articolo del 26 febbraio 2015)
Il tempo stringe, ma un rinnovo di alcuni mesi nella linea di credito europea verso Atene è, nel caso non si fosse capito, un disperato mezzo per guadagnare del tempo messo in atto da Tsipras e dai suoi.
Immaginiamo che la trattativa fra la Grecia e Bruxelles vada avanti sulla strada del rinnovo dei prestiti (a meno che Atene non abbia intenzione di stampare dracme a breve, cosa che, per ora, è da escludere). Partendo da qui, Deutsche Bank fa un ragionamento interessante sul percorso della trattativa:
La banca prevede che la trattativa sul salvataggio della Grecia nel breve periodo vada avanti fino al termine del mese (e su questo non possiamo certo contraddire gli analisti, è probabile che, senza un accordo, la Grecia dichiari già default a marzo).
Se pensate (a ragione) che la fase attuale in cui si trova la trattativa sia delicata, aspettate di vedere quello che seguirà l’eventuale superamento del primo “scalino”: prima di tutto bisogna convincere la Germania con una lunga serie di riforme che, probabilmente, non piaceranno a chi ha eletto Syriza. Dopodiché, il Parlamento greco dovrà rettificare quanto stabilito a livello comunitario (e l’ala estrema di Syriza sta già promettendo battaglia). A quel punto, sarà il momento di fissare un nuovo programma di finanziamento per Atene, e non è certo scontato che le parti trovino un accordo.
Solo dopo quest’ultimo passaggio, la parola finale tornerà al Parlamento, quello stesso Parlamento che, come detto, è probabilmente destinato a vedere una forte divisione nella maggioranza di governo.
Leggendo i quotidiani greci (e non), comincerete a vedere le prime dichiarazioni di presa di distanza degli elettori di Syriza dalla trattativa fra il governo Tsipras e Bruxelles.
In tutto questo, una domanda sorge spontanea: chi ha votato per Syriza, ha realmente votato per il non riconoscimento dei debiti dello Stato (anche detto “default”) ? Sicuramente il paese ha richiesto una scossa, e, probabilmente, tanti greci sono disposti a tornare alla dracma, compiendo un salto nel buio (nessuno è mai uscito dall’Euro, è bene ricordarlo, e non conosciamo con certezza le conseguenze economiche e politiche di tale decisione).
C’è chi pensa che questo salto nel buio sia comunque una prospettiva migliore dell’eterna povertà a cui il paese sembra essere condannato in caso di permanenza nell’Euro, e forse è proprio questo il fattore che ha spinto così tanto il consenso per Syriza.
Ma il consenso in politica viene perso e guadagnato con estrema facilità, e Tsipras non deve dimenticarlo.
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