Alla fine uno dei più grandi misteri visti sui mercati valutari si è risolto: il rublo è tornato a calare, smorzando le speranze di chi sostiene che il prezzo del petrolio possa riprendersi presto
Premettendo che noi siamo tra quelli che ritengono che l’attuale prezzo del petrolio sia davvero troppo basso rispetto alla nostra idea di “valore” del bene, negli ultimi mesi si è risolta una delle principali anomalie che avevamo visto all’inizio dell’anno sui mercati valutari:
(True Economics)
È da gennaio 2015 che il rublo indicava una cosa ben chiara: i mercati valutari sembravano credere nell’apprezzamento del petrolio.
A maggio c’è stata la prima battuta d’arresto per i sognatori di un petrolio a 120 $ al barile e, adesso, è ormai arrivata la seconda ondata di delusione.
Il rublo sembra ormai aver cambiato atteggiamento: non si cerca più di anticipare, come all’inizio dell’anno, l’andamento del prezzo del petrolio. Ora la valuta russa si limita ad adeguarsi al greggio, in un puro tentativo di mantenere un’uguaglianza contabile nei bilanci di Gazprom.
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