A quanto pare, è arrivato il momento di studiare la possibile risposta del dollaro in seguito al prossimo rialzo dei tassi della Federal Reserve, ma l’intera questione è un enorme rebus
Il problema di cui ti rendi conto quando cerchi di capire come il prossimo rialzo dei tassi della Federal Reserve possa influire sull’andamento del dollaro è che, in sostanza, guardare al passato non è un’opzione.
Questo non dipende da una mancanza di dati (anzi, di rialzi dei tassi gli USA ne hanno visti parecchi), ma da un’enorme gamma di diverse situazioni economico-politiche in cui il dollaro ha reagito in maniera davvero imprevedibile:
Ora, non guardate il grafico a sinistra, ci pare francamente stupido cercare una “reazione media” al rialzo dei tassi.
Quello che dovete considerare è il grafico a destra, che vi mostra come mai il grafico a sinistra non valga nulla. La verità è che il dollaro può fare qualunque cosa in seguito al prossimo rialzo dei tassi, non esiste affatto una “reazione media”, come invece molti analisti pensano, a torto.
È possibile (anzi, probabile) che i mercati valutari abbiano già prezzato, in gran parte, il rialzo dei tassi negli Stati Uniti. È piuttosto facile prevedere una reazione da panico nei primi giorni dopo la mossa della Fed, ma è altrettanto facile prevedere che i mercati ritrovino la calma nel giro di alcune settimane (escludendo possibili cigni neri che, per definizione, non possiamo prevedere).
Crediamo dunque che gran parte dell’apprezzamento del dollaro sia già avvenuta prima del rialzo dei tassi, e che nei prossimi mesi vedremo un rialzo più contenuto di quello visto nell’ultimo anno.
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