La Commissione Juncker parte male, anzi malissimo: il piano di investimento con cui Bruxelles propone di rilanciare la crescita è totalmente inadatto al suo fine dichiarato
(ripubblicazione articolo del 28 novembre 2014)
Qualcuno di voi, nel vedere Juncker, avrà probabilmente pensato: “Ti prego, fa’ che non sia un altro Barroso”, non possiamo essere stati i soli a pensarlo.
E invece, il barrosismo (= la finzione politica di contrastare la crisi) non ha abbandonato la Commissione Europea, arrendiamoci.
Chi volesse leggersi da solo la presentazione del piano Juncker, è liberissimo di farlo visitando questo link.
Noi sintetizzeremo qui i punti fondamentali, sottolineandone le immonde debolezze.
1) Il piano di investimenti è troppo debole
Le stime della Commissione parlano di una spinta all’economia da 315 miliardi di euro in tre anni. Ora, 315 : 3 = 105 miliardi di euro annui.
Considerando che il PIL dell’Eurozona è inferiore ai 13.000 miliardi di euro, che cosa sono 105 miliardi (nel caso ipotizzato dalla Commissione) in più ? Meno dello 0,01%, ridicolo.
2) Il piano prevede una leva finanziaria folle pari a 15x
La stessa Commissione ha pubblicato un’immagine che ci fa rabbrividire:
Quel misterioso “x15″ (sul quale si conosce in realtà ancora poco), ci spaventa.
In sostanza sarà creato un fondo dove, per ogni euro depositato, con un colpo di bacchetta magica Bruxelles farà apparire 15 €, una classica leva finanziaria dunque.
Tanto vale leggere direttamente quello che dice la Commissione:
“Stimiamo che il fondo possa raggiungere un effetto moltiplicativo di 1:15 nell’investimento reale nell’economia. Questo perchè il fondo offrirà una capacità di carico di rischio iniziale che gli considerà di fornire finanziamenti extra ed attrarre più investitori nel progetto, come indicato nel grafico 3. Questo significa che un euro di protezione dal rischio dal fondo può generare, in media, 15 € di investimento nell’economia reale, cosa che, senza questo meccanismo, non potrebbe avvenire. Il valore di 1:15 è una media prudente, basata sull’esperienza storica dei programmi UE e della BEI. L’effetto finale del moltiplicatore dipenderà naturalmente dall’insieme di attività di investimento e dalle specifiche caratteristiche di ogni progetto”
Il “grafico 3″, giusto per completezza, sarebbe questa roba qua:
In sostanza la Commissione ci sta dicendo: “Sì fidatevi, il moltiplicatore è pari a 15 perchè è stato più o meno così in passato”.
In passato ? Perchè quando mai l’UE ha provato a varare un piano serio di investimento comune in un periodo di crisi economica simile ? Queste sono solo balle, nascoste sotto un paio di numeri per confondere l’attenzione del pubblico, ma sempre balle sono.
3) Il fondo dovrebbe produrre ulteriore crescita in futuro, ma anche questo è un mistero
Tra il 2014 ed il 2020 – dice il comunicato della Commissione UE – 450 miliardi di euro saranno disponibili, ma:
a) da dove viene questo numero ?
b) 450 : 5 = 90 milioni di euro all’anno, uno “zero virgola niente” di crescita
4) Come se non bastasse, nessuno ha esattamente idea di questo finto piano di stimolo economico sarà implementato
Pensavate forse che solo noi italiani avessimo il difetto dei politici che fanno annunci dicendo “sì sì prima o poi lo facciamo” ?
No no no: il Parlamento Europeo deve promulgare una legge ad hoc.
Che sarà mai – dirà qualcuno – vista l’urgenza la legge sarà promulgata subito, no ?
No no no: il Parlamento comincerà a prendere in considerazione l’idea di promulgare una legge a gennaio, e la Commissione si aspetta che il procedimento legislativo finisca a giugno 2015.
In estate potrà quindi cominciare la raccolta dei fondi (e immaginate i tempi del Parlamento italiano per promulgare una legge che non solo rettifichi quanto deciso a livello comunitario, ma che determini anche la concessione di denaro pubblico per il fondo ?)
Se ne riparlerà tra un anno, per adesso vi basti sapere che la Commissione Juncker ci sta già prendendo in giro.
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