Il recente (momentaneo) ritorno della recessione in Giappone ha riacceso il dibattito sugli effetti dell’Abenomics: mentre Tokyo combatte contro la stagnazione, c’è un problema molto più grande da cui dipendono tutti i problemi del paese
(ripubblicazione articolo del 21 novembre 2014)
Non è la prima volta che ve ne parliamo e, purtroppo, non sarà l’ultima.
Mettete da parte per un attimo l’intero dibattito sull’Abenomics e sul QE della Bank of Japan, facciamo finta che queste cose non esistano affatto. Chiediamoci: da dove vengono i problemi del Giappone ? Perchè la ripresa economica del paese fatica così tanto ad apparire stabile ?
La ragione delle ragioni sembra sempre essere questa:
L’invecchiamento medio della popolazione giapponese è un fenomeno fondamentale che sembra minare un ritorno alla crescita economica degli anni Ottanta.
Certo, sono secoli che la popolazione mondiale diventa mediamente più anziana, ma, precedentemente, questo non aveva creato problemi simili.
La ragione sta nel fatto che, di fronte alla crescita di una parte della popolazione “a carico” di un’altra parte della popolazione “lavoratrice” in costante calo relativo, le economie mondiali hanno sempre reagito con una crescita della produttività (intesa come capacità di produrre per ogni lavoratore).
Pensatela così: aumenta il numero dei pensionati, cala quello degli occupati, la soluzione sta nel consentire agli occupati di produrre di più.
Al momento, però, il Giappone sta perdendo la sua battaglia demografica.
E indovinate chi rischia di fare peggio del Giappone nei prossimi anni ?
Questo è il motivo principe (seguito dalla mancanza di soldi nelle casse dello Stato) che dovrebbe portare un giovane italiano a ritenere poco probabile che, un giorno, riesca a percepire qualcosa di simile ad una pensione di vecchiaia dopo una vita di lavoro.
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