Indonesia: una bomba ad orologeria nell’economia Asiatica ?

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L’Indonesia continua a farci paura, per qualche settimana abbiamo intravisto la vera faccia della sua economia, eppure per i mercati è tutto a posto

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Indonesia, la seconda “I” dei BRIICS.
Uno dei Paesi emergenti più promettenti dell’intero pianeta ha, a quanto pare, un’economia sorprendentemente fragile rispetto a quello che avremmo potuto pensare fino a qualche mese fa, eppure i mercati fanno finta di niente per ora.

Partiamo dall’origine del problema: un giorno un signore chiamato Ben Bernanke si presenta di fronte alla stampa mondiale e dice che, forse, è arrivato il momento di stampare meno Dollari per sostenere la ripresa degli Stati Uniti, visto che questa sembra essere già ben avviata.

Nonostante uno possa pensare che il buon proseguimento della ripresa Americana sia una buona notizia, i mercati hanno la loro logica di vendite a catena e in pochi giorni si scatena l’inferno a Wall Street.
Ma non è nulla rispetto a quello che attende l’Indonesia.
L’Indonesia, come molte altre economie emergenti, ha un grosso problema: i Dollari. La quantità di biglietti verdi entrati nel sistema bancario Indonesiano è cresciuta a dismisura dall’inizio del Quantative Easing della Federal Reserve, portando il Paese in una situazione di forte dipendenza economico-monetaria dagli USA.

In sostanza, uno potrebbe dire che in Indonesia circolano due valute e non sbaglierebbe affatto:
– la Rupia Indonesiana (come valuta ufficiale)
– il Dollaro Americano (immesso nel circuito finanziario del Paese che, fino a poco tempo fa, era sempre parso molto solido)

Il tapering della Federal Reserve è una riduzione del QE, quindi una riduzione della velocità con cui i Dollari vengono stampati. Di conseguenza, il mercato sa che la quantità di Dollari che entrerebbe in Indonesia è destinata a ridursi.
Ma attenzione, quel futuro ammanco di cassa delle banche generato dalla riduzione di Dollari Americani non sarà colmata dalla Rupia Indonesiana che, improvvisamente, si scopre essere una “pizza di fango” rispetto al grande Dollaro Americano:

Ma come ? All’Indonesia non basta quindi la propria valuta ?
Evidentemente no, negli ultimi anni l’economia Indonesiana è probabilmente cresciuta a ritmi troppo elevati rispetto a queli che poteva permettersi. Com’è possibile ? Semplice, basta che affluisca una gran quantità di capitali (in questo caso Dollari) per un periodo limitato di tempo e avrete un risultato del tutto simile a quello che gli Indonesiani stanno sentendo sulla loro pelle: un periodo di inattesa crescita dell’economia a tassi molto più alti del passato grazie a quella che viene chiamata “fiducia degli investitori stranieri” per poi sentire che la spider su cui si sta viaggiando a 300 chilometri orari sta cominciando a rallentare, come se avesse esaurito la benzina:

Indonesia GDP Annual Growth Rate

Detto questo, la banca centrale Indonesiana è chiamata a fare acrobazie da circo per venir meno all’improvviso colpo basso della Federal Reserve (comunque prevedibile, il QE non può certo proseguire per sempre).
La fortissima svalutazione della Rupia Indonesiana ha portato l’inflazione a livelli difficili da contenere:

Indonesia Inflation Rate

Ed ecco la banca centrale Indonesiana che effettua un ottimo salto in mezzo ad un cerchio infuocato ad occhi bendati:

Indonesia Interest Rate

In tutto questo, però, i mercati sembrano fidarsi molto della tenuta dei conti del Paese Asiatico, ecco il rendimento del decennale Indonesiano:

Indonesia Government Bond 10Y

Un rendimento annuo di poco superiore al 7,5%, mentre l’inflazione è intorno all’8,3%. I rendimenti reali in Indonesia sono bassissimi, il mercato si fida e non sospetta nulla di marcio.

Tic-toc, tic-toc…

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