I nuovi potenziali 200.000 posti di lavoro tanto osannati da Letta e dai suoi li vedremo soltanto con il binocolo, il perchè ce lo spiega l’economista Tito Boeri
Ci sono fondamentalmente due ragioni per cui il Governo Letta ha clamorosamente sbagliato i calcoli in merito alla creazione di nuovi posti di lavoro:
1) Immaginate di essere un imprenditore e di voler assumere un giovane lavoratore. Vedendo che l’incentivo all’assunzione è solo temporaneo, voi ve la sentireste di assumere giovani a tempo indeterminato ?
2) La seconda ragione ha un carattere più numerico, e ce la spiega molto bene l’economista Tito Boeri su lavoce.info:
Ma anche ipotizzando che tutti i fondi disponibili andassero alla creazione di posti aggiuntivi, si è ben lontani dalla cifra di 200 mila nuovi posti di lavoro cui ha fatto riferimento il presidente del Consiglio Letta (che per la verità si riferiva all’impatto complessivo del provvedimento, compresa la “manutenzione” della legge 92) o anche dai 100 mila attribuiti dal ministro Giovannini a questo specifico provvedimento. Gli stanziamenti sin qui previsti sono, infatti, di circa 100 milioni nel 2013, 150 nel 2014 e 2015 e 100 nel 2016 per le regioni del Mezzogiorno. A questi fondi dovrebbero aggiungersi altri 300 milioni per le regioni del Nord (il condizionale è d’obbligo perché in attesa di avere il testo licenziato dal Consiglio dei ministri non è chiaro quali siano le coperture), da spalmare su quattro anni, quindi -poniamo- 75 milioni all’anno all’anno per i prossimi quattro anni. Ogni anno sarebbero cosi disponibili al massimo 225 milioni di euro. I salari medi lordi di giovani con meno di 30 anni sono di 19.768 euro. In termini di costo del lavoro per il datore del lavoro, questo significa 24 mila euro. Il 33 per cento di tale importo è pari a 8 mila euro (oppure a 674 euro per 12 mensilità). La legge prevede però che lo sgravio non possa essere più di 650 euro mensili. Quindi il vincolo è stringente. Dunque, dividendo i 225 milioni per 7.800 (650 x 12) si ottengono 28.846 posti di lavoro. Siamo ben lontani dai 100 mila e ancor più dai 200 mila.
Siamo passati dal Governo dei “tecnici incompetenti” a quello dei “politici bravi solo a parole”, un balzo in avanti sorprendente.
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