Italia: La Crescita Che Non Esiste

euro

Facendo due calcoli, si capisce con molta facilità come mai l’economia italiana fatichi così tanto a crescere

Se analizziamo l’andamento delle due classiche componenti della crescita economica di un paese – capitale e lavoro – e aggiungiamo un indicatore di produttività (ad esempio il TFP, dall’inglese total factor productivity), possiamo dedurre il tasso di crescita potenziale di un’economia.

Attenzione, parliamo di un tasso “potenziale”, in quanto, lo sappiamo, il prodotto interno lordo di un paese è spinto anche da altri fattori (il tasso di cambio che modifica la bilancia commerciale, l’inflazione che regola i consumi, ecc.).

Facendo dunque questo esercizio di matematica, il risultato che si ottiene per il nostro paese è il seguente:

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(True Economics)

Mentre la produttività sta cominciando a riprendersi, l’ampiezza della forza lavoro è ancora in contrazione, ma questo non è il problema principale.

Dato che crediamo che, ad un certo punto, la forza lavoro non potrà più contrarsi ulteriormente, vi invitiamo a porre la vostra attenzione su un’altra questione. Gli investimenti delle aziende (misurate in capitale K) sono in calo crescente. E questa è una zavorra enorme per l’economia.

Senza fattori esterni, dunque, il tasso di crescita potenziale dell’economia italiana è inferiore a zero.

Tra svalutazione, QE ed il petrolio a 40-50$ al barile, cominciamo a capire perché l’Italia cresce soltanto dello zero virgola qualcosa percento.

 

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