Sarà perchè si è deciso di tirare maggiormente la cinghia o perchè qualche famiglia ha avuto una situazione economica in leggero miglioramento, ma nel 2013 non è stato tutto negativo (da Milano Finanza)
Due terzi delle famiglie italiane, circa 15 milioni di nuclei, hanno sperimentato nel 2013 un calo dei redditi per colpa della crisi economico finanziaria, la stessa quantità registrata nel 2012. Circa 10 milioni affrontano il calo attingendo una media di 184 euro al mese dai propri risparmi (erano 193 nel 2012).
Si è riscontrato dunque un miglioramento, pari a 3 miliardi in meno di risparmi drenati, ma l’atteggiamento generale è ancora difensivo: il 56% degli italiani teme infatti gli effetti che avrà sui propri risparmi la legge di stabilità 2013 varata dal governo, principalmente per timore della comparsa di un gran numero di nuove, piccole tasse.
Sono i dati che emergono da una ricerca condotta da SWG su reddito, risparmi, ricorso al credito e percezione della propria situazione da parte delle famiglie. La ricerca è stata commissionata dal gruppo assicurativo Genworth, specializzato nella protezione del tenore di vita, e fa seguito a una indagine simile condotta nel 2012.
“La ricerca rivela che quest’anno sono stati drenati 18 miliardi di euro dai risparmi degli italiani. Nonostante si tratti di un leggero miglioramento rispetto all’anno precedente, rimane comunque significativo il dato di 39 miliardi utilizzati in due anni. Bisogna inoltre tener presente che, in parte, il minor ricorso ai risparmi può essere dovuto a una riduzione dei consumi”, ha sottolineato Carlo Cortella, direttore generale Sud ed Est Europa Lifestyle Protection di Genworth.
Uno dei punti chiave che emerge è la progressiva polarizzazione economica della popolazione italiana, sempre più divisa tra coloro che confidano nella ripresa e coloro che temono un peggioramento. Un reddito in diminuzione è destinato a diventare una realtà stabile per gli italiani e il gap finanziario è reso più profondo dal fatto che il 63% degli italiani non dispone di assicurazione privata.
Solo l’11% della popolazione italiana ha un’assicurazione privata per tutelarsi finanziariamente in caso problemi di salute e appena il 4% ne ha una in caso di perdita del lavoro. Alla luce di questi dati, la protezione per le famiglie a tutela della loro stabilità economica dovrebbe avere un peso maggiore nel riempire questo divario e permettere agli italiani di migliorare la propria condizione o arrivare a fine mese.
I risultati della ricerca Genworth mostrano anche che il 32% degli italiani pensa che la propria situazione finanziaria consentirà loro di accumulare dei risparmi entro la fine del 2014, mentre il 68% ritiene invece che per quella data si troverà in una situazione finanziaria problematica. “La creazione di reti di protezione finanziaria contro il calo del reddito è sempre più importante per consumatori e famiglie di tutte le età, dato che i problemi finanziari si stanno ormai estendendo a tutte le fasce anagrafiche”, aggiunge Carlo Cortella.
I giovani rimangono il segmento che viene maggiormente colpito in termini di perdita di reddito per il fallimento di iniziative private. La fascia d’età che ricorre più della media ai propri risparmi come integratori del reddito è quella tra i 35 e i 44 anni, mentre nel 2012 era quella tra i 25 e i 24. Anche la fascia 45-54 attinge ai propri risparmi più della media, a dimostrazione che l’insicurezza finanziaria non è un problema solo giovanile.
Il rapporto Genworth mostra anche che banche e altri intermediari finanziari rimangono il principale punto di riferimento per quel 40% che ricorre al credito. Le famiglie che vivono nelle isole e nel sud ricorrono di più al credito o all’utilizzo dei risparmi per integrare il reddito rispetto a quelle del nord, mentre gli abitanti del nord est sono quelli che vi fanno meno ricorso.
Articolo tratto da “Milano Finanza”
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